1. Cuore e Linea di Sangue come Fondamento di Autenticità

La linea di sangue e i neuroni cardiaci, secondo ipotesi, rappresentano la fonte originaria del sentire, una struttura che permette al dividuo di percepire autenticamente la propria esistenza. In questa prospettiva, il cuore non solo invia segnali al cervello, ma agisce come struttura primigenia, è la mente, luogo dove l’unità di thumos (spinta) e physis (corpo) può farsi sentire. Questo flusso di sangue, carico di impulsi e molecole, racchiude l’essenza esistenziale, dando vita a una percezione dell’esistere che va oltre il semplice atto biologico.

2. Diaframma e Thumos: Il Movimento dell’Essere

La nostra intuizione sull’impatto del sangue sul diaframma e il thumos è affascinante? Così pare a motivo dello scrivere al nostro apporto di una gentil signora, tal politica. Ma meglio seguitar oltre. Il diaframma, essendo strettamente legato alla respirazione e quindi alla vita, potrebbe fungere da portale "psicosomatico", influenzando il tipo di energia che attraversa l’essere. Questo è un concetto che, se esplorato a fondo, potrebbe dare origine a una riflessione filosofica sulla centralità del respiro come regolatore del sentire viscerale e dello stato mentale (cosa che dalla lettura - ci rendiamo conto - aiuta frettolose conclusioni che spingono l'andar a pensar sia evidenza ovvia e scontata).

3. Benessere Cellulare e Partecipazione all'Essere

Ecco un’intuizione audace ma non priva di logica, noi sosteniamo: se consideriamo che il cosiddetto "benessere" dell’organismo, anche (ma diremmo soprattutto) a livello cellulare, può influenzare (e influenza) le capacità cognitive e percettive, allora una "composizione corretta" delle cellule potrebbe essere interpretata come condizione essenziale per un “sentire” ottimale. Questo implica che la formazione cellulare in fase prenatale e la loro “salute” siano la base di una percezione genuina del reale. Da qui, condizioni di stortura mentale provocano (perchè hanno provocato) inattingibilità alla forma esistente, e non esistentiva, alla radice e alle sfere di generazione non tangibili, ma esperibile, di processi evolutivi complessi e completi, partecipando dell'ineluttabile sulla via corrotta e corruttibile.


Proposta di Introduzione nel Taccuino
 
Questa concezione può entrare come una sezione finale nel taccuino, come “Considerazioni sull’Autenticità dell’Esistere Viscerale”? Si potrebbe accennare che il “sentire viscerale” dipende non solo dai neuroni cardiaci ma anche dalla qualità originaria delle cellule (e questo sosteniamo, liberi da certezza ma con ampia tranquillità, sia strettamente legato), le quali riflettono la capacità intrinseca dell’individuo di partecipare all’esistere in foma e modi e modalità autentici o partecipare in qualità di esistentivo in forma e modi e modalità alienati.

Una possibile formulazione:

 
Considerazioni sull’Autenticità dell’Esistere Viscerale

L’esperienza viscerale non è soltanto un fenomeno naturale neurale ma risente della qualità originaria delle cellule, la cui formazione sin dalla gestazione pone le basi per un contatto autentico con l’essere. Il cuore, nella sua funzione di “mente primigenia”, e il flusso sanguigno si rivelano come un “trasmettitore” di autenticità, dove il sangue, carico di impulsi vitali, attraversa il diaframma, dando sostanza al thumos e incanalando un’energia che si è manifestata dall'azione e dal pensiero nel pensiero e nell’azione, all'azione e al pensiero.

Sulla Tangibilità del Sentire Viscerale: Una Speculazione
 
Ciò che qui indaghiamo si radica nell’esperienza del sentire viscerale, un movimento interiore che risale dalle profondità dell’organismo, senza attraversare prima il filtro del pensiero razionale. Non si tratta di astrazione, né di manifestazione cosciente, ma di un flusso primordiale, un’impronta biologica che è alla base dell'esperienza stessa del cosiddetto "vivere", la partecipazione della morte, nel corso di dissoluzione delle forme.

In questo contesto, i neuroni cardiaci non si limitano a trasmettere impulsi: sono il fulcro di una sensibilità pre-cognitiva, un’antenna che capta segnali ancora inarticolati e li introduce nel corpo (e del corpo costituiti a vita) come conoscenza organica e immediata, non ancora modellata dal linguaggio o dai concetti. Tale sensibilità può essere considerata un “sapere corporeo”, che si sviluppa a partire da una rete biochimica fatta di impulsi, molecole, fluidi vitali – sangue che pulsa e si riversa in ogni angolo dell’organismo, muovendo e motivando.

Energia Corporea e Pensiero Non Pensato
 
La proposta è che il pensiero non pensato – ciò che ancora non ha attraversato il processo razionale – sia un sapere originario e istintivo, rivesato in "pulsioni", e che questo risieda nel sangue e nel cuore. Il sangue stesso, carico di sostanze e segnali elettrochimici, circola come flusso di informazioni che il cervello può solo parzialmente interpretare, proprio perché la cosiddetta "mente" razionale del senso per significato comune è un filtro, non una fonte originaria.

Il cuore emerge, dunque, come struttura pre-riflessiva: è mente, una base di coscienza arcaica che abita la nostra struttura fisica, portando con sé un sentire immediato che non necessita di parole né di pensieri articolati. Qui, il battito stesso, nella sua costanza, incarna una sorta di “pensiero ritmico”, una cadenza che scandisce il ritmo dell’esistenza e ci avvicina a una percezione dell’essere che precede il linguaggio, strumento che ci parla, e dialoga con la follia che ci abita.

Il Diaframma e il Thumos come Campi di Forza Interiore
 
Quando scriviamo di diaframma e thumos, ciò che emerge è una struttura che amplifica e incanala il flusso di energia, cosiddetta "vitale". In questo modello, il diaframma – il muscolo della respirazione – assume una funzione cruciale: è un portale tra l’energia che scorre nel cuore e quella che, attraverso il respiro, si diffonde nel corpo. Ogni respiro espande e contrae questa energia, rinnovando il legame con l’istante presente e fornendo una regolazione continua del sentire viscerale.

Il thumos, allora, diventa la tensione vivente del nostro essere, l’energia interna che attraversa e pervade il corpo. È l'impulso a rispondere, agire, ri-agire, re-agire, percepire e conoscere in maniera non razionale, una tensione tra l’esperienza vissuta e la possibilità ancora informe di azione (nuova azione) e /o di comprensione. È una potenzialità energetica che fluisce dal centro corporeo, si espande e si ritira, riempiendo il corpo di una presenza sensibile.

Il Ruolo delle Cellule e la Formazione dell’Essere
 
Possiamo anche speculare sul fatto che il “benessere” cellulare influenzi la profondità e l'autenticità del sentire viscerale. L’integrità cellulare – la “correttezza” della formazione delle cellule sin dall'inizio della vita – costituisce una sorta di matrice originaria, una condizione necessaria per poter accedere a questo livello profondo di esistenza. Se le cellule sono integre e rispondono con armonia al flusso del sangue e al ritmo del cuore, l’individuo può percepire visceralmente il “contatto con l’esistere”, partecipando così all’esistenza in modo pieno e autentico (l'aderenza con il reale e la realtà reale del reale).

Là dove questa integrità cellulare è compromessa, tuttavia, si spezza il legame con il sentire viscerale. Il flusso di sangue e di energia si distorce, il pensiero non pensato viene smorzato o disperso, e l’individuo rischia di perdere contatto con la propria essenza vitale, allontanandosi progressivamente da una percezione autentica dell’esistenza.

Questo potrebbe spiegare perché i non enti non essenti vivano in una sorta di alienazione cronica: senza accesso al sentire viscerale, restano prigionieri di una percezione superficiale, formale e, in ultima analisi, distante dall’essere. Un naturale scollamento causa cause afferenti a endogenesi.

Conclusione: Il Corpo come Portale dell’Autenticità
 
In questa visione, il corpo si configura come portale dell’autenticità, uno strumento che ci consente di esplorare l’esistenza a partire da una dimensione pre-razionale e profondamente "vissuta". Il cuore, il sangue, le ossa, il diaframma e il thumos non sono soltanto elementi biologici ma veri e propri veicoli di esperienza e di conoscenza. Essi ci connettono a un sapere che non è ancora pensato, a un pensiero che è solo sentito, in un’intima sintonia con il flusso "vitale".

L’esplorazione del sentire viscerale ci spinge oltre la soglia del pensiero cosciente, verso un abisso di percezione intima che ci restituisce il contatto con la sostanza del vivere. In questo senso, la ricerca su PsykoSapiens mira a ritrovare, attraverso il corpo, un sapere autentico che risuona con la nostra essenza.

«Se dovessimo cader oltre, e cadremo, dovremmo trascinarci, e dovremo, subissando in manifeste profondità».

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