L’Italia è attualmente alle prese con un’ondata di calore senza precedenti, con temperature che raggiungono livelli critici in molte città. Il bollino rosso, segnalato in ben 12 città italiane, indica condizioni di emergenza con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive.
Tuttavia, è importante riflettere anche sulle disuguaglianze che emergono in queste situazioni. Soprattutto nel mentre le Autorità forniscono linee guida per proteggersi dal caldo, dobbiamo considerare chi risulta più vulnerabile. Gli immigrati, spesso sono lasciati a bollire sotto il sole cocente dinanzi agli uffici immigrazione, sono una di queste categorie. Per loro, non ci sono prescrizioni specifiche o indicazioni chiare su come affrontare l’ondata di calore.
Sulla vicenda è intervenuto il Segretario Federale Nazionale di FE.NA.L.I. - FNL ITALIA, dott. Salvatore ABBRUZZESE, che dichiara inammissibile oltre che inaccettabile questa mancanza di attenzione che oltretutto rivela un divario sociale e umano. A fargli eco, l'intervento autorevole del noto divulgatore sociale e leader sindacale, dott. Giuseppe ALVITI, Segretario Generale Nazionale FE.NA.L.I. - FNL ITALIA, che ha voluto sottolineare che tali disuguaglianze rappresentano una disparità di trattamento non soltanto per chi è costretto a star ore ed ore in fila, dinanzi agli uffici immigrazione e non solo, ma ancor più per i tanti lavoratori nei campi, per le strade, nei cantieri ed in tutti quei luoghi di lavoro che non consentono una determinata ed indispensabile areazione, sottolineando che mentre alcune persone possono rifugiarsi in case climatizzate o godere di un riparo ombreggiato, altre sono costrette a sopportare il caldo estremo senza alcuna protezione.
Allorché essendo molto spesso, anche privi di risorse e di alcun supporto, sono dunque particolarmente esposti a rischi per la salute. Dobbiamo chiederci: Come possiamo garantire che tutti, indipendentemente dalla loro origine o status, ricevano la stessa attenzione durante l’emergenza caldo? È fondamentale che le politiche e le misure di protezione tengano conto delle disuguaglianze sociali ed economiche. L’equità dovrebbe guidare le decisioni, assicurando che nessuno venga lasciato indietro, soprattutto chi versa in situazioni di disagio, come gli anziani, i disabili, i senzatetto, etc.
Il Dott. ABBRUZZESE, concludendo dichiara: L'emergenza caldo non riguarda solo le temperature elevate, ma anche la nostra capacità di rispondere in modo giusto ed equo. Dobbiamo impegnarci a proteggere tutti, i lavoratori, i cittadini di ogni ordine e grado, ma soprattutto gli anziani e le fasce deboli, compresi gli immigrati, affinché nessuno sia lasciato a bollire sotto il sole senza prescrizioni o indicazioni. Solo così possiamo affrontare questa sfida con umanità e solidarietà.