Uno studio pubblicato sulla rivista Aerospace, nell'ambito del progetto europeo Aeroplane, lancia un allarme sul futuro del trasporto aereo nel Vecchio Continente: l'aumento delle temperature legato al riscaldamento globale potrebbe costringere gli aeromobili a decollare con meno passeggeri a bordo, soprattutto in alcuni aeroporti critici come Roma Ciampino e Pantelleria. Entro il 2065, in scenari di elevate emissioni, i voli estivi rischiano di subire riduzioni di capienza fino al 10%, con ricadute economiche e operative per compagnie e viaggiatori.
Il problema nasce dalla fisica del volo: con l'aumento delle temperature, l'aria diventa meno densa, riducendo la portanza, la forza che permette agli aerei di sollevarsi. Per compensare, i velivoli devono accelerare di più durante il decollo. Ma in aeroporti con piste corte o ostacoli naturali (come colline o montagne), aumentare la velocità non sempre è possibile.
«Con 30° C», spiega Marco Venturini, coautore dello studio e climatologo dell'Università di Reading (Regno Unito), «è come se l'aereo pesasse mezza tonnellata in più. In questi casi, l'unica soluzione è alleggerirlo, tagliando fino a 10-20 passeggeri a volo».
La ricerca ha analizzato 30 scali europei (i 25 più trafficati più 5 critici) utilizzando 10 modelli climatici. Il focus si è concentrato sull'Airbus A320, aereo di linea con 78 tonnellate di peso a pieno carico. I risultati sono chiari: se le emissioni rimarranno elevate, entro il 2065 il 60% dei voli estivi in alcuni aeroporti dovrà limitare il carico.
Gli scali più vulnerabili sono Roma Ciampino, Pantelleria, Chio (Grecia) e San Sebastian (Spagna). Tutti condividono caratteristiche critiche: piste inferiori a 4 km o posizionate vicino a rilievi. In queste condizioni, il caldo estivo allungherà la distanza di decollo di 50-100 metri, rendendo inevitabile la riduzione dei passeggeri.
Il problema non è solo teorico. Nel 2022, aeroporti greci come quelli di Kos e Atene hanno già segnalato difficoltà, mentre Londra-Luton l'estate scorsa ha cancellato voli per motivi analoghi.
«L'umidità potrebbe aggravare la situazione», aggiunge Venturini, «perché il vapore acqueo, più leggero dell'aria, riduce ulteriormente la portanza».
Lo studio avverte che gli aeroporti dovranno adattarsi. Alcune soluzioni possibili includono:
- Allungare le piste, dove fattibile;
- Riorganizzare le operazioni di terra, ottimizzando l'uso delle piste;
- Ridurre i passeggeri, con possibili rincari dei biglietti nei periodi caldi.
«È probabile un aumento dei reclami per il rumore», si legge nella ricerca, «perché i decolli richiederanno spinte più potenti». Tuttavia, Venturini sottolinea che piani di adattamento mirati potrebbero mitigare gli impatti: «Se si interviene in anticipo, si eviterà di cancellare voli all'ultimo minuto».
La ricerca è un campanello d'allarme per un settore già sotto pressione per l'impatto ambientale. Ridurre le emissioni resta cruciale, ma nel frattempo gli aeroporti dovranno affrontare una sfida inedita: garantire sicurezza e efficienza in un mondo sempre più caldo. Come conclude Venturini: «Il cambiamento climatico non è un problema del futuro. Sta già modificando il modo in cui voliamo».
Fonte: FOCUS