Giovedì, il Parlamento ha sostenuto un progetto di legge che mira ad aumentare la produzione europea di munizioni e missili.
La legge a sostegno della produzione di munizioni (ASAP) mira a potenziare la capacità di produzione di munizioni e missili e permettere la loro consegna tempestiva all'Ucraina, oltre ad aiutare i Paesi UE a rifornire i propri arsenali. Grazie all’introduzione di misure specifiche, tra cui un finanziamento di 500 milioni di euro, l'ASAP mira a potenziare la capacità produttiva dell'UE per far fronte all'attuale carenza di munizioni, missili e loro componenti.La posizione negoziale del Parlamento Europeo su questa proposta di legge è stata approvata con 446 voti a favore, 67 contro, 112 astenuti.Secondo la proposta, la Commissione europea identificherà e monitorerà costantemente la disponibilità di tali prodotti per la difesa, i loro componenti e le materie prime necessarie. La proposta stabilisce meccanismi, principi e norme temporanee per garantire la disponibilità tempestiva e duratura di tali prodotti per la difesa ai loro acquirenti all'interno dell'Unione europea.L'efficacia del regolamento sarà valutata entro la metà del 2024, tenendo conto dell'evoluzione del contesto della sicurezza. Sulla base dei risultati, si deciderà sull'estensione eventuale di tali misure e sull'assegnazione di un bilancio supplementare.La Commissione europea ha presentato la legislazione ASAP il 3 maggio 2023 e i deputati hanno concordato lo stesso mese di avviare una procedura d'urgenza del Parlamento per accelerarne l’approvazione.Prossime tappeI deputati inizieranno ora i negoziati con il Consiglio, con l'obiettivo di raggiungere un accordo, con l’obiettivo di adottare il testo finale durante la sessione Plenaria di luglio.Parallelamente, i deputati stanno lavorando al rafforzamento dell'industria della difesa europea attraverso la legge comune sugli appalti (EDIRPA) per sostenere la collaborazione tra Paesi UE nella fase di appalto per colmare le carenze più urgenti e critiche.

Questo è quanto ha riassunto un portavoce del PE in relazione ad una delle decisioni prese quest'oggi dai parlamentari europei. Il provvedimento ha lasciato però perplessi alcuni gruppi in relazione alla possibilità che viene data agli Stati membri di ridestinare a queste misure anche una parte dei finanziamenti dell'Ue, prelevandoli dai Fondi di coesione o dal Pnrr. 

Nel voto finale, gli eurodeputati del Pd si sono spaccati a metà: otto a favore (Benifei, Bresso, Covassi, De Castro, Gualmini, Picierno, Rondinelli e Tinagli), sei astenuti (Bartolo, Laureti, Moretti, Roberti, Toja, Variati) e un contrario (Smeriglio). I verdi si sono in grande maggioranza astenuti (salvo sei contrari, tra cui gli italiani D’Amato e Pedicini, e otto favorevoli), mentre la Sinistra si è spaccata in due, 14 astenuti e 16 contrari. Gli eurodeputati dei M5s presenti (Beghin, Danzì, Ferrara, Furore e Pignedoli) hanno votato contro. La stragrande maggioranza del gruppo S&D ha votato a favore, ma ci sono anche 11 contrari e 21 astenuti (per lo più gli italiani). Anche i liberali di Renew si sono espressi in massima parte a favore del regolamento. 

Sul fronte opposto il Ppe e i conservatori dell’Ecr a cui appartiene  FdI hanno votato quasi tutti a favore, mentre, i sovranisti dell’estrema destra di Identità e Democrazia si sono spaccati in tre: 20 favorevoli (tutti gli eurodeputati della Lega), 17 contrari e 18 astenuti. 

Parallelamente, si sta lavorando al rafforzamento dell’industria della difesa europea attraverso il nuovo regolamento sugli acquisti comuni (Edirpa – "European Defence Industry Reinforcement through common Procurement Act"), per sostenere la collaborazione tra gli Stati membri nella fase degli appalti, al fine di colmare le carenze più urgenti e nei comparti più critici.

Ieri, la segretaria del Pd, Elly Schlein durante ujna diretta social aveva dichiarato:

"Vengano in parlamento a riferire cosa vogliono fare sul Pnrr. ... Il governo sta rallentando l'attuazione, mettendo in difficoltà i comuni e rischiando di farci perdere un'occasione storica. Non possiamo accettare che i fondi vengano sottratti a finalità previste andando in un'altra direzione. Togliere i fondi dai nidi per metterli sulla produzione di armamenti per noi non è accettabile, il Pd ha presentato emendamenti al Parlamento europeo su questo tema. ... [Sulla guerra in Ucraina il Pd] ha due punti fermi: non abbiamo dubbi sul pieno supporto all'Ucraina con ogni mezzo necessario per la difesa, così come siamo favorevoli all'avanzamento di una difesa comune europea ... [ma] non è accettabile usare le risorse del Pnrr per produrre munizioni ed armamenti".

Intanto al Parlamento europeo il suo partito si è diviso... in tre, contribuendo all'approvazione della legge.


Il voto all'ASAP non è passato inosservato alle associazioni Libertà e Giustizia, Rete italiana Pace e disarmo, ANPI e ARCI che lo hanno commentato così: 

"Una grande quantità di denaro proveniente dalla fiscalità dei contribuenti europei andrà ad imprese che, con il conflitto ucraino ed in altre aree del mondo, stanno già guadagnando superprofitti esorbitanti. Il Parlamento, abdicando al proprio ruolo politico ed istituzionale,  rischia di avallare la proposta della Commissione, che diviene di fatto l’organismo decisore per la strategia e la produzione di armi nei 27 Paesi dell’UE. L’Unione Europea entra così in regime di ”economia di guerra”, con provvedimenti che vengono presentati sotto mentite spoglie di politica industriale, marcando in realtà un ulteriore passaggio nel percorso della sua militarizzazione.Per produrre un milione di munizioni potrebbero essere utilizzati i fondi del Recovery Fund destinati alla ripresa economica, al fine di superare ritardi enormi e diseguaglianze profonde. In ragione dell’ “urgenza” sarà possibile derogare dalla direttiva sull’orario di lavoro, aumentandolo se e quando necessario; si aggirano inoltre le direttive in materia ambientale e di difesa della salute e sicurezza dei lavoratori, conquiste  fondamentali per tutti i cittadini europei.Il Regolamento ASAP nasce negli uffici della Commissione Europea e contraddice chiaramente quanto sancito nell’art. 41 del Trattato sull'Unione europea che vieta che "le spese derivanti da operazioni aventi implicazioni militari o di difesa" siano a carico del bilancio dell'UE. Per questo riteniamo che il testo votato oggi dal Parlamento europeo violi il trattato stesso, nonché la nostra Costituzione che all’art.11, a partire dal “ripudio della guerra”, limita le cessioni di sovranità ad “un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni”.Siamo davanti a una gravissima violazione della natura e delle regole dell’Unione Europea e per certi aspetti delle norme vigenti in materia di diritto al lavoro, tutela dell’ambiente e della salute. Per questa ragione, rimane aperta la via del ricorso giudiziario a livello nazionale ed europeo. Con tutte le associazioni che condividono queste posizioni, nei prossimi mesi ci batteremo per tornare ai valori antifascisti, dunque di pace e di solidarietà, che erano e sono i pilastri del progetto europeo".