Abbiamo la data per i due referendum della CGIL. Il Consiglio dei ministri n.17 ha deciso che per i referendum abrogativi su voucher e appalti si voterà il giorno 28, l'ultima domenica di maggio 2017.
Dopo il via libera a due referendum su tre da parte della Consulta, la CGIL aveva iniziato una campagna per avere dal governo una data certa in cui i cittadini avrebbero potuto esprimersi su due quesiti, l'abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti e l'abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio (voucher).
Dopo 46 gioni dal via libera della Consulta è finalmente arrivata anche la decisione del governo. Decisione che, però, non mancherà di far discutere. Dopo tanta attesa, la data scelta anticipa di soli 15 giorni lo svolgimento delle amministrative. E perché allora non organizzare un unico appuntamento elettorale dove amministrative e referendum si sarebbero potuti svolgere nello stesso giorno? Specialmente in un periodo di crisi dove il risparmio dei soldi pubblici dovrebbe essere la prima cosa a cui pensi un governo?
Il motivo, come al solito, è quello di non consentire che il referendum raggiunga il quorum del 50% più uno per essere valido. Quindi, farlo svolgere in una giornata dedicata è un'opzione che può aiutare allo scopo che il governo Gentiloni si propone.
#14marzo Da oggi i #Referendum sono davvero di tutti: un'occasione unica per riprenderci i diritti e il futuro! Possiamo farcela #Con2Si âœŒï¸ pic.twitter.com/ocvdStibEM
— con2si (@liberaillavoro) March 14, 2017
Nel frattempo, in questi due mesi e mezzo che dividono dal voto, vi è la possibilità di interventi legislativi che possano evitare il ricorso alle urne. In merito ai voucher, Susanna Camusso ha affermato che "per evitare il referendum i buoni lavoro dovrebbero poter essere usati "solo dalle famiglie, acquistati all'Inps e non in tabaccheria, per retribuire, infine, la prestazione occasionale e accessoria di disoccupati di lunga durata, pensionati e studenti".
Anche per la responsabilità solidale in materia di appalti, la soluzione legislativa è semplice. Basterebbe estenderla ed applicarla alle ditte appaltatrici.