L'utility tedesca Uniper SE ha annunciato oggi una perdita di 12 miliardi di euro, oltre la metà dei quali è riconducibile ai tagli del gas russo dovuti al mancato avvio del Nord Stream 2 e alle frequenti interruzioni sul Nord Stream il cui flusso è adesso pari al 20% rispetto alle sue massime potenzialità.

I guai di Uniper sono facilmente riassumibili. L'utility tedesca si occupa di energia e di conseguenza, anche delle forniture di gas ad imprese e famiglie. Non ricevendo più il gas dalla Russia in maniera sufficiente, è costretta a reperirlo sul libero mercato i cui prezzi, come ben sappiamo anche in Italia, sono alle stelle a causa della speculazione. Infine i prezzi bloccati stabiliti in passato sui contratti con i clienti, fanno sì che Uniper venda il gas sotto costo. 

A supporto di Uniper, e non solo, il governo tedesco è intervenuto approvando una deroga che, a partire dal prossimo ottobre, permetterà alle utility, al di là dei contratti in essere, di scaricare fino al 90% degli aumenti del gas sulla propria clientela.

A supporto di Uniper, Berlino era già intervenuta nei mesi scorsi stanziando 15 miliardi di euro prendendo una quota del 30% dell'azienda.

E a causa di quando sta accadendo, lunedì Uniper aveva annunciato che avrebbe iniziato a produrre elettricità riaprendo la centrale a carbone Heyden 4, a partire dal 29 agosto fino al 30 aprile 2023.

Nel dicembre 2020, Uniper ne aveva annunciato la possibile chiusura, utilizzandola nel frattempo come eventuale centrale di riserva, che però non produceva elettricità per il mercato.  Adesso non sarà più così.

Come tutto questo possa essere compatibile con l'ormai nota transizione ecologica, però, deve ancora essere spiegato.