Ennesimo naufragio a poche miglia da Lampedusa in zona SAR italiana. Una piccola imbarcazione di poco meno di 10 metri, stipata con oltre 50 persone a bordo, è affondata. I naufraghi sono stati soccorsi da un  peschereccio. Al momento è stata recuperata una vittima, mentre sarebbero una ventina le persone disperse. 34, invece, i sopravvissuti portati sull'isola da un'unità della nostra Guardia Costiera... insieme alla salma della persona annegata. Le ricerche di eventuali superstiti cono ancora in corso. I sopravvissuti sono 26 uomini, 8 donne e 6 minori. La barca era partita alle 21 di sabato da Sfax in Tunisia.

Come logica e numeri dimostrano, queste sono le conseguenze del decreto flussi del governo Meloni, che impedisce alle navi umanitarie una maggiore presenza nel Mediterraneo centrale. Non era così complicato capirlo... fin da subito, sia per chi lo ha scritto sia per chi ne ha permesso l'applicazione

Nelle ultime 24 ore sono 21 le imbarcazioni di migranti arrivate a Lampedusa con 819 persone. In pratica è di nuovo emergenza, con le motovedette di Capitaneria di porto e Guardia di finanza impegnate in continue operazioni di salvataggio. L'hotspot di contrada Imbriacola, che ha una capacità di accoglienza di 400 persone, è di nuovo in emergenza: Costa d'Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Mali, Senegal, Sierra Leone, Nigeria, Burkina Faso e Sudan i paesi di origine delle persone presenti.

E tutto questo, senza contare la prossima emergenza umanitaria che si sta profilando a causa della ripresa della guerra civile in Sudan. Secondo l'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, "negli ultimi giorni ci sarebbero tra le 10mila e le 20mila persone in fuga dal conflitto nel Darfur, per il momento, per cercare rifugio nel vicino Ciad". E dopo?