Stamani, durante la cerimonia di presentazione delle lettere credenziali degli ambasciatori di Svezia, Fiji, Moldova, Mauritius, Tunisia e Burundi, papa Francesco è tornato sui temi che già aveva sollevato nei giorni scorsi nel suo Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Pace: non violenza, dialogo, spese per gli armamenti.

Ricordando la missione della Chiesa Cattolica nel promuovere, tra l'altro, quei "valori spirituali e morali che sono fondati nella natura stessa dell’essere umano e della società e che come tali sono condivisibili da tutti coloro che perseguono la promozione del bene comune", Papa Francesco ha ribadito che quello della Pace occupa un posto preminente.

Secondo Bergoglio, "la scelta della non violenza come stile di vita diventa sempre più un’esigenza di responsabilità a tutti i livelli, dall’educazione familiare, all’impegno sociale e civile, fino all’attività politica e alle relazioni internazionali."

Gli ostacoli sulla via della pace sono costituiti dalle "strategie di dominio, supportate da scandalose spese per gli armamenti, mentre tante persone sono prive del necessario per vivere."

Pertanto, "coloro che ricoprono cariche istituzionali in ambito nazionale o internazionale, sono chiamati ad assumere nella propria coscienza e nell’esercizio delle loro funzioni uno stile non violento, che non è affatto sinonimo di debolezza o di passività, ma, al contrario, presuppone forza d’animo, coraggio e capacità di affrontare le questioni e i conflitti con onestà intellettuale, cercando veramente il bene comune prima e più di ogni interesse di parte sia ideologico, sia economico, sia politico."