"L'applicazione della legge non è una scelta. Non è una questione di destra o di sinistra. Non è una questione di politica".

Questo è il commento con cui il procuratore generale di Israele, Avichai Mandelblit, ha accompagnato l'annuncio in cui informava, "con il cuore pesante", di aver incriminato il premier Netanyahu, aggiungendo però che nessuno può essere al di sopra della legge.

Tre i casi giudiziari - noti come caso 1.000, caso 2.000 e caso 4.000 - da cui Netanyahu adesso dovrà difendersi.

Caso 1.000: Netanyahu è stato accusato di frode e abuso di potere. Si dice che abbia ricevuto beni di valore in cambio di favori fatti ad un amico danaroso. Netanyahu ha affermato che i doni ricevuti erano segni di amicizia e che non sono stati ricevuti come sorta di pagamento per favori da lui fatti. Sulla stessa linea l'amico, che nega qualsiasi illecito.

Caso 2.000: Netanyahu è accusato di frode e abuso di potere. In questo caso è incriminato per aver fatto un accordo con l'editore di un importante quotidiano in base al quale il premier avrebbe licenziato una legge, pur mai approvata, per danneggiare un quotidiano rivale in cambio di una copertura mediatica a lui favorevole. Anche in questo caso, gli addebiti sono stati negati.

Caso 4.000: È il caso considerato più grave, in cui Netanyahu è stato accusato di corruzione, frode e abuso di potere. Secondo la magistratura, il premier israeliano avrebbe promosso leggi volte a favorire la più importante società di telecomunicazioni del Paese, ricevendo in cambio una copertura giornalistica compiacente da parte di un sito web d'informazione di proprietà dell'azionista di controllo. Anche in questo caso, ogni addebito è stato negato.


Come ha commentato Netanyahu la decisione del procuratore generale?

In una dichiarazione televisiva, il primo ministro ha definito le incriminazioni come un "tentativo di colpo di Stato", aggiungendo più volte che non si dimetterà dal proprio incarico e che non è legalmente obbligato a farlo, mentre le opposizioni hanno già rilasciato dichiarazioni in cui si afferma l'esatto contrario. È la prima volta nella storia di Israele che un primo ministro in carica viene incriminato per corruzione, frode e abuso di potere.

Per Benny Gantz, che solo da poco più di 24 ore ha rimesso al capo dello Stato il mandato ricevuto per formare un nuovo governo, "quello che Israele sta subendo non è un colpo di Stato, ma piuttosto un accanimento da parte di Netanyahu nel voler mantenere il potere. Stasera Netanyahu ha dimostrato che deve lasciare il suo incarico e concentrarsi unicamente sui suoi problemi giudiziari. Anche lui è consapevole delle grandi sfide che Israele sta affrontando nel campo della sicurezza e in quello socioeconomico, sfide che richiedono, da parte di un premier, un'applicazione a tempo pieno e nessuna distrazione".