ROMA – (Ernesto Genoni) - Ora dopo le infinite cronache, riportate dai media, in questa fase che guarda alla fine del viaggio - e mancano ancora 180 chilometri circa alla fine -  ci viene da interrogarci sul valore simbolico della lunga "passeggiata" di 2600 chilometri del capitano Trabucco. Spesso ne abbiamo parlato con lui, non ultimo, raggingendolo telefonicamente, in una delle sue soste ristoratrici delle sue tappe in Inghilterra (in foto). Un esempio di determinazione e attaccamento ai valori quello del capitano veramente emozionante.

 La sua “camminata” dal Mausoleo di Adriano a Roma, fino al Vallo di Adriano in Scozia rappresenta un gesto di profondo valore simbolico, un percorso che va ben oltre la semplice distanza geografica. Un gesto di speranza e di pace tra i popoli. Attraversando nazioni diverse, il Capitano Trabucco testimonia chiaro messaggio di solidarietà, un invito a superare le divisioni e a costruire un futuro di convivenza pacifica. Un viaggio che rimane nella storia di tutti noi, un viaggio di memoria, di riconoscimento e di speranza, che unisce passato e presente attraverso il filo sottile della storia e dei valori condivisi. Il suo cammino, tanti chilometri percorsi in più giorni, rappresenta un potente simbolo di perseveranza, impegno e solidarietà. 

Ogni passo compiuto dal capitano, in questo lungo tragitto diventa un gesto di memoria e di speranza, che unisce le persone e le generazioni. È un invito, che il capitano Trabucco vuole farci capire ancora, di non arrendersi mai di fronte alle sfide, a mantenere viva la memoria di chi ha sacrificato tutto e a lavorare con determinazione per un futuro di pace e giustizia, passo dopo passo, anche se i suoi passi diventano dopo tanti chilometri, in queste ultime ore della sua impresa colossale, sempre più pesanti e preghi di significato.

Una marcia che vuole simboleggiare il rispetto e l’omaggio ai soldati di ogni tempo, dai legionari romani ai militari moderni, ricordando il loro sacrificio e il loro ruolo nel mantenimento della pace e della sicurezza, sottolineando l’importanza di conoscere e rispettare le proprie origini. Un viaggio che assume anche un significato civile e sociale,  un richiamo alla memoria collettiva, affinché non si perda il senso di appartenenza e di responsabilità verso chi ha dato la vita per la libertà e la pace. La marcia diventa così un atto di giustizia e di riconoscimento, un modo per mantenere vivo il ricordo di chi ha combattuto e continua a servire in silenzio.

"A un certo punto - ci scrive il nostro Capitano  -  ho attraversato Wetherby, una cittadina davvero bella e curata. Anche se non ci sono resti visibili, qui passava una via romana secondaria. Si sente: è un punto di passaggio antico, lo è sempre stato. Il ponte medievale lo dimostra: poggia su strade che un tempo erano romane. Camminarci sopra, a piedi, fa percepire quel legame profondo con la storia.
Cammino sulle strade romane, e la sensazione è sempre più forte. Roma è arrivata fin qui, e non se n’è mai andata. Un giorno, durante questo viaggio, un passante mi ha detto: «Tu non parli inglese». E io gli ho risposto, con il mio traduttore,: «Tu parli latino?». Abbiamo riso , ma oggi quella frase mi è tornata in mente. Se parliamo davvero di radici, qui si dovrebbe parlare latino. O romano. - - - Poco dopo Wetherby ho incontrato le rovine della Manor House di Spofforth. Mi sono fermato, incuriosito da quelle mura in pietra rossa che spuntano tra i prati. Ho letto la storia su un cartello davanti al sito.
Non è un castello, ma una residenza fortificata dei Percy, conti di Northumberland. Qui visse Henry Percy, uno dei leader dei Lancaster durante la Guerra delle Due Rose. Morì nella battaglia di Towton nel 1461 e la casa fu danneggiata e mai più restaurata. Oggi restano archi, muri, finestre."

 La camminata – così come la chiama simpaticamente il capitano  Trabucco – è un grande esempio per tutti noi. Una rivisitazione di luoghi e storie di tanti popoli. E’ molto più di un lungo tragitto geografico: è un atto simbolico che unisce passato e presente, memoria e speranza, individuale e collettivo. È un richiamo a non dimenticare chi ha dato tutto per la libertà e a continuare a lavorare per un mondo più giusto e pacifico, passo dopo passo, con coraggio e determinazione. Grazie da tutti noi, Capitano TRABUCCO! 


(foto nel testo:  cartellone informativo di una mostra sull'antica Roma in Inghilterra)