Dopo gli ultimi episodi che hanno visto protagoniste, in negativo, le forze dell'ordine, martedì il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un ordine esecutivo per introdurre alcune riforme all'interno delle forze di polizia presenti nel Paese, respingendo però le proposte di quanti ne avrebbero voluto il depotenziamento.

In base a quanto decretato da Trump, il Procuratore Generale assegnerà finanziamenti solo a quelle forze dell'ordine che soddisferanno standard elevati, anche in materia di controllo dell'uso della forza, in base a parametri stabiliti da organismi indipendenti.

Le forze di polizia dovranno poi utilizzare un database nazionale che tenga traccia di eventuali comportamenti, denunce e condanne riguardanti membri delle forze dell'ordine.

Sono previsti anche programmi di formazione per addestrare il personale chiamato a gestire problematiche riguardanti persone afflitte da disturbi psichici, tossicodipendenti e senzatetto.

Inoltre, Trump invita il Congresso ad approvare nuove leggi per regolare l'ordine pubblico.

Il presidente Usa non ha però dimenticato di citare anche il lavoro svolto dalla polizia nel tentativo di far rispettare la legge e il sacrificio di coloro che hanno perso la vita svolgendo tale importante funzione.

Il documento presentato oggi da Trump non è certo rivoluzionario e non bloccherà i piani che le varie comunità locali hanno già promesso di avviare per modificare assetti e regolamenti delle rispettive forze di polizia. In ogni caso, però, con questa mossa Trump riconosce implicitamente quanto siano state improvvide e inopportune le dichiarazioni da lui fatte nei giorni scorsi in relazione alle manifestazioni seguite alla morte di George Floyd, evidentemente non condivise anche da buona parte del suo elettorato.

In pratica, quella di Trump non è certo una riforma strutturale delle forze di polizia, ma una parziale retromarcia rispetto alle posizioni dei giorni scorsi... in sostanza un'ammissione di colpa.