Nella seduta del 20 ottobre, il Senato ha approvato l'ordine del giorno unitario n. 1 (sostitutivo delle mozioni nn. 422, 423, 424, 425) e la mozione n. 428 (testo 3) in materia di scioglimento delle organizzazioni neofasciste.
Di seguito il resoconto della votazione riassunto nel comunicato del Senato che riassume i lavori odierni:
A conclusione dell'esame di mozioni su iniziative volte a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e mozioni su iniziative volte a contrastare ogni forma di violenza e di totalitarismo, l'Assemblea ha approvato l'ordine del giorno G1 dei sen. Malpezzi (PD), De Petris (Misto-LeU), Nencini (IV-PSI), Licheri (M5S), Unterberger (Aut) che chiede al Governo di valutare le modalità per dare seguito al dettato costituzionale e alla normativa vigente in materia di divieto di riorganizzazione del partito fascista, adottando provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e dei movimenti politici di chiara ispirazione fascista, e la mozione n. 428 (testo 3) dei sen. Bernini (FIBP), Ciriani (FdI) e Romeo (L-SP)che chiede al Governo di valutare le modalità di applicazione delle misure previste dalla legge per contrastare tutte le realtà eversive dell'ordinamento democratico e per dare seguito agli accertamenti della magistratura.Il sen. Parrini (PD), richiamando l'assalto alla sede della Cgil in occasione della manifestazione a Roma del 9 ottobre scorso, ha illustrato la mozione n. 422 che chiedeva al Governo, in attuazione del dettato costituzionale, lo scioglimento di Forza Nuova e dei movimenti politici di chiara ispirazione neofascista. La sen. De Petris (Misto-LeU) ha illustrato la mozione n. 423 che chiedeva lo scioglimento di Forza Nuova, Casapound e Lealtà azione. Il sen. Nencini (IV-PSI), ricordando che la decisione di sciogliere un movimento politico è una decisione estrema, ha illustrato la mozione n. 424 che chiedeva lo scioglimento di Forza Nuova, in quanto responsabile dell'aggressione del 9 ottobre. Il sen. Lomuti (M5S) ha illustrato la mozione n. 425 che chiedeva lo scioglimento di Forza Nuova e delle organizzazioni di stampo neofascista sulla base di quanto previsto dalla legge Scelba. Il sen. Iannone (FdI) ha illustrato la mozione n. 427 che chiedeva al Governo di contrastare tutte le organizzazioni che promuovono violenza e totalitarismo e di contrastare la propaganda ideologica basata sull'odio religioso. Il sen. Mallegni (FIBP) ha rilevato che la decisione di sciogliere un movimento politico può essere controproducente: la mozione n. 428 chiede quindi al Governo di applicare le misure previste dalla legge per contrastare tutte le realtà eversive dell'ordinamento democratico.Al termine della discussione, cui hanno partecipato i sen. Verducci, Monica Cirinnà, Anna Rossomando (PD), Cangini, Paola Binetti (FIBP-UDC), Bressa (Aut), Elena Fattori (Misto), Pepe (L-SP), le mozioni nn. 422, 423, 424 e 425 sono state ritirate e sostituite da un ordine del giorno unitario; la mozione n. 427 è stata ritirata e i loro proponenti hanno sottoscritto la mozione n. 428 che è stata riformulata. Il Sottosegretario di Stato all'interno Scalfarotto si è rimesso all'Aula sull'ordine del giorno n. 1 e sulla mozione n. 428 (testo 3).Nelle dichiarazioni di voto le sen. Unterberger (Aut), Sbrollini (IV-PSI), Malpezzi (PD), i sen. Errani (Misto-LeU) e Ferrara (M5S) hanno dichiarato voto favorevole all'ordine del giorno sullo scioglimento di Forza Nuova. Hanno invece dichiarato voto favorevole alla mozione n. 428 i sen. Ciriani (FdI), Anna Maria Bernini (FIBP) e Romeo (L-SP) i quali hanno argomentato che il Parlamento non può sciogliere movimenti politici: spetta alla magistratura e al Governo adottare provvedimenti nei confronti di Forza Nuova. Secondo il sen. Ciriani (FdI) le forze di maggioranza hanno la responsabilità di aver suscitato una guerra ideologica intorno al green pass; la sinistra, che non ha alcun diritto a rilasciare patenti di democraticità, agita il fascismo per trasformare gli avversari politici in nemici da cancellare, ma Fratelli d'Italia rappresenta una destra contemporanea ed è l'unica forza di opposizione che tiene vivo il confronto parlamentare. La sen. Bernini (FIBP) ha rilevato un diverso atteggiamento nei confronti delle manifestazioni di Roma e di Milano e ha ricordato di non aver ricevuto espressioni di solidarietà quando a Bologna è stata distrutta una sede di Forza Italia. Il sen. Romeo (L-SP) pur condividendo lo spirito della disposizione costituzionale e della legge Scelba, ritiene che una maggioranza parlamentare non possa fare pressione sul Governo per sciogliere un movimento politico, in assenza di una sentenza della magistratura sul tentativo di ricostituzione del partito fascista.
Riassumendo quanto accaduto in Aula, il centrosinistra ha ritirato le mozioni presentate in precedenza, sostituendole con un ordine del giorno che dà più spazio di manovra al Governo... come richiesto da Draghi!
Mentre le mozioni prevedevano di "dare seguito" al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista, l'ordine del giorno approvato è meno perentorio, lasciando così un margine di discrezionalità all'esecutivo. Il nuovo testo, infatti, impegna il governo "a valutare le modalità per dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista".
In questo modo, per Draghi e i suoi ministri si aprono entrambe le possibilità previste dalla legge Scelba:
- quella di una decisione di scioglimento presa del Governo: "Nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo, sempre che ricorra taluna delle ipotesi previste nell'art.1, adotta il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto-legge ai sensi del secondo comma dell'art.77 della Costituzione".
- quella di una decisione di scioglimento presa del Governo a seguito di una sentenza del tribunale: "Nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo, sempre che ricorra taluna delle ipotesi previste nell'art.1, adotta il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto-legge ai sensi del secondo comma dell'art.77 della Costituzione".
Inutile aggiungere che Draghi avesse già fatto intendere di voler seguire la seconda possibilità.