Tutti i giornali di regime riportano l'ennesima "minchiata" del sindaco Bianco, l'inaugurazione della fontana Gioeni.

La gestione del Tondo Gioeni è stato un disastro totale, dagli errori di progettazione, con l’omessa considerazione dei sottoservizi, ai lavori a rilento sino alla mega aiuola spartitraffico lasciata sterrata e preda di erbacce spontanee.

Abbattuto il Ponte Gioeni, si è subito scatenato un traffico colossale, città tagliata in due, ore ed ore di attesa sotto il sole cocente o la pioggia battente, automobilisti inferociti, ambulanze bloccate, ritardi nei posti di lavoro. Come ovvio, inutili i tentativi di modifiche alla circolazione, di raffazzonamento di strade secondarie, di "tornaindietro"... unico effetto la moltiplicazione dei disagi e brutte figure di fior di professionisti ingaggiati con i nostri soldi.

Ora ecco a voi la fantastica fontana monumentale, costata ben 1.000.000 di euro, orrendo sigillo ad un quinquennio di scelte lunari, improvvide, speciose ed arroganti da parte di chi "dovrebbe" rappresentare gli interessi ed i bisogni dei catanesi, vittime di un'amministrazione che sarà ricordata per sempre come una delle peggiori, anche se al peggio, scorrendo i nomi dei pretendenti alla carica (Pogliese, Grasso, Abramo, Pellegrino) non vi è mai fine!

Non abbiamo nessuna fiducia e speranza in taluni candidati e nei partiti che li rappresentano, testimoni silenti e/o conniventi del "sacco" di Catania; costoro non hanno mai fatto nessuna opposizione nelle aule comunali e nelle piazze, al contrario hanno spesso "regalato" all'amministrazione Bianco benevolenza ed ammiccamenti, financo a sostenerne sottobanco l'elezione nel 2013.  

Il percorso amministrativo del nostro sindaco si chiude per come si era aperto, con una spesa milionaria che graverà ulteriormente sulle salatissime tasse comunali, che andrà ad ingrassare i soliti noti.

Il primo atto fu l'abbattimento del Ponte Gioeni, che il Movimento Sociale Fiamma Tricolore osteggiò dal primo colpo di piccone, attraverso inascoltate manifestazioni, richieste di accesso agli atti, lettere di protesta e richieste di dimissioni.

Si proseguì con il massacro delle partecipate quali l'Azienda dei Trasporti AMT e della Multiservizi, l'abbandono del centro storico a bande di criminali dediti allo spaccio ed alla prostituzione, l'indiscriminata accoglienza di clandestini extracomunitari, l'agonia dei quartieri periferici sempre più abbandonati a se stessi ed oltraggiati con grottesche inaugurazioni di aiuole e parchi giochi sistematicamente abbandonati il giorno successivo, decine di lunari modifiche al traffico (non solo al Tondo Gioeni) con un'effetto dirompente sulla mobilità cittadina, vuote promesse sull'assegnazione delle case popolari fino al punto di non riuscire a sistemare nemmeno gli sfrattati che tutt'ora vivono davanti al Duomo, mercatini storici quali "a piscaria" e "fera o luni" nel caos più completo, il mercato del 2 novembre posizionato accanto l'aereoporto con conseguente caos veicolare e voli persi, il mancato avanzamento della rete fognaria tutt'ora incompleta, la farsa dello "street food" che ha mandato in tilt il centro storico per un'intero fine settimana, la carnevalata del "gay pride"... e tanto altro.

L'ineffabile Bianco ha anche curato la sua immagine inaugurando locali i cui proprietari appartengono a famiglie mafiose, si è anche circondato di funzionari corrotti difesi a spada tratta nello scandalo della gestione dei rifiuti ("Garbage Affair")  costato all'erario ben 350 milioni di euro!

Mi chiedo cosa faceva e dov'era "l'opposizione" quando accadeva tutto questo... con quale coraggio e faccia tosta costoro pretendono di ergersi a "salvatori della Patria?".

Osservateli bene dall'alto delle loro gigantografie che ammorbano la città, tutti dicono di amare Catania, di non poterne fare a meno, tutti pronti a sfilare in carrozza davanti S.Agata, tutti pronti a banchettare sui resti di quella che un tempo fu definita la Milano del Sud, "pupilla dei miei occhi” da Giorgio Almirante.

Mi auguro siano pronti anche i catanesi a sfilare davanti il comune fin dalle prime azioni del prossimo sindaco, chi ama veramente Catania ogni singolo giorno della propria vita e non ogni cinque anni, deve dire basta, sollevare la schiena, scuotersi dal lungo torpore e "premiare" come merita chi ha ridotto così la nostra città.

 

Pino Manoli
Segr. Prov.le Catania
MSFT