Difficile tenere il conto di tutto quello che solo giovedì ha detto il presidente Trump in funzione delle prossime presidenziali. Confinato alla Casa Bianca e in svantaggio rispetto a Biden di ben oltre 10 punti nelle intenzioni di voto a meno di un mese dalle elezioni, Donald Trump si è comportato come un leone in gabbia ruggendo con dichiarazioni quasi sempre, se non sempre, fuori luogo contro tutto e contro tutti. Ne hanno fatto le spese persino i suoi più stretti collaboratori.

Questo è un breve riassunto del Trump delle utlime ore.

Ha rifiutato di partecipare al prossimo dibattito con Biden del 15 ottobre se questo dovesse tenersi in modalità virtuale. Ipotesi suggerita dalla commissione di controllo in seguito alla sua malattia.

Poi si è scagliato contro il direttore dell'FBI, il segretario di Stato e quello della Giustizia per non aver formalmente messo in stato di accusa Obama, Biden e la Clinton come registi di un complotto che lo voleva a conoscenza di quanto fatto dalla Russia per influenzare il voto delle presidenziali nel 2016.

Poi ha definito mostro e comunista la senatrice Kamala Harris, scelta da Biden come candidata vicepresidente. 

Non soddisfatto, ha anche etichettato con l'espressione "the lockup queen" la governatrice del Michigan, Gretchen Whitmer, che ieri era sulle prime pagine dei notiziari Usa, perché l'FBI aveva sventato il tentativo di rapirla messo in atto un gruppo suprematista. 

Da ricordare, per la cronaca, che nella scorsa primavera la Whitmer era stata più volte denigrata da Trump per le misure di lockdown che aveva adottato, scatenando le proteste di suprematisti che con magliette, distintivi e cappelli targati Trump o MAGA, e  armati di tutto punto, ne chiedevano l'abolizione, protestando davanti alle sedi istituzionali del Michigan.

A tutto questo si devono aggiungere tweet, dichiarazioni video e interviste telefoniche alla Fox... ma non è finita qui.

Successivamente è arrivata anche la dichiarazione del medico di Trump, il dottor Sean P. Conley, che ha assicurato che il presidente ha completato il ciclo di cure per combattere i sintomi della Covid e che pertanto può riprendere i suoi "impegni pubblici" già da sabato.

In pratica, in poco più di una settimana Trump è guarito dalla Covid-19, che lo aveva costretto persino al ricovero in ospedale per difficoltà respiratorie. Un tempo di recupero record. 

Conley ha affermato che Trump è rimasto "stabile" e "privo" di sintomi, e che questo gli fa ritenere che sia in fase di guarigione: "Sabato - ha proseguito - sarà il decimo giorno da quando è stata riscontrata la sua positività e prevedo che per quella data Trump possa riprendere in sicurezza i propri impegni pubblici".

Il protocollo dei CDC (Centers for Disease Control and Prevention) prevede che coloro che sono risultati positivi al coronavirus rimangano in isolamento per un minimo di 10 giorni dopo il test o per almeno 10 giorni dalla comparsa dei primi sintomi. Le persone che invece sono rimaste più o meno seriamente colpite dalla malattia dovrebbero rimanere in isolamento per almeno 20 giorni. 

E il tampone? In Italia, chiunque sia stato contagiato deve effettuare un doppio tampone per avere conferma di non essere più positivo e di non poter pertanto contagiare altre persone. Nella sua dichiarazione, il medico di Trump non ha detto nulla in proposito. Un particolare che ieri la speaker della Camera Nancy Pelosi, nell'abituale conferenza stampa del giovedì, ha voluto sottolineare, invitando Trump a comunicare quando ha effettuato l'ultimo tampone e qual è stato l'esito.

Dopo quanto detto dal dottor Conley, lo staff che dirige la campagna per la rielezione di Trump ha rilasciato una dichiarazione in cui chiede che il secondo dibattito per le presidenziali si svolga come originariamente programmato, mentre Trump si appresta a partecipare a ben due manifestazioni già questo fine settimana: in Florida sabato e in Pennsylvania domenica. Manifestazioni a cui si ritiene che saranno presenti migliaia di persone.

Nelle prossime ore, è previsto un nuovo intervento di Nancy Pelosi in merito alla necessità di applicare nei confronti di Trump il 25° emendamento, che prevede la rimozione del presidente dal suo incarico in caso di malattia o di manifesta incapacità nell'esercizio del poter e nell'adempimento delle sue funzioni. 

Considerato quanto sta accadendo negli Stati Uniti negli ultimi giorni, quella della Pelosi è una richiesta più che motivata.