"Il giorno in cui rinuncerò a fare una battaglia per convenienza personale vivrò più tranquillo, ma non sarò più io". 

Questo è quanto ha scritto Matteo Renzi nella sua ultima "Renzi news" di venerdì. Evidentemente, per essere in grado di mentire come lui riesce a fare, bisogna prima di tutto mentire a se stessi, altrimenti, non si potrebbe essere convincenti - anche nei confronti di pochi - tanto da pretendere di pensare di poter spacciare come verità della panzane "iper-mega-galattiche".

Inutile meravigliarsi per quella che è ormai una verità che tutti conoscono, eccetto quelli che per interesse vogliono negare. E sarebbe inutile credere che uno come Renzi possa, se non per mero interesse, ritornare sui propri passi.

Così, il vaniloquio solipsistico di Matteo Renzi, anche oggi, è proseguito per giustificare e celebrare il non senso della sua scelta: 

"Io dico: basta manfrine, impieghiamo il tempo da qui ai prossimi due anni per sognare un'Italia diversa. E per costruirla. Parliamo di giovani, non di ministeri. Parliamo di politica, non di populismo. Parliamo d'Italia, non di poltrone".

Ma come sempre accade a chiunque straparli senza che vi siano basi di verità e logica a sostenere le proprie argomentazioni, ecco arrivare la dichiarazione del sempre sorprendente Ivan Scalfarotto che smentisce, poveretto lui, le dichiarazioni del capo:

"Quello che ho constatato è che davanti alle nostre sollecitazioni Conte ha sempre tergiversato, ha preso tempo. Se il presidente del Consiglio avesse aperto fattivamente a un accordo per rafforzare il governo, magari con il potenziamento della squadra, non avremmo avuto nessun problema a restare in maggioranza. Anzi, aggiungo: noi non abbiamo avuto particolari problemi con la maggioranza di governo, ma con l’azione della squadra di governo. Conte ha spesso mortificato le regole democratiche".

Quindi (anche) le poltrone erano il problema! E vivaddio... almeno un po' di sincerità in tanto ripetuto non senso!

E per incorniciare definitivamente il quadro della situazione, è opportuno riprendere anche le parole del sempre saggio Pierluigi Bersani che, intervistato da Sky sulla crisi in atto, ha dichiarato:

"I grandi partiti, il Pci ma anche la Dc, avevano difetti ma anche una qualità: facevano subito la cura contro il narcisismo: mettevano il politico a guardare la gente ad altezza d'occhi, in una dimensione, non dico di umiltà, ma di consapevolezza. C'è gente che questa cosa non l'ha vissuta e il narcisismo non è riuscito a farselo correggere. In politica questo è un bel difetto".

Serve aggiungere altro?