Donald Trump ha ribadito la sua determinazione nel voler acquisire la Groenlandia, il vasto territorio autonomo sotto sovranità danese. Nonostante le ripetute dichiarazioni del primo ministro danese, in cui Mette Frederiksen ha negato qualsiasi possibilità di consenso da parte del suo Paese a tale richiesta, il presidente americano ieri, dall'Air Force One, ha dichiarato:
"Penso che ce la faremo. I residenti dell'isola vogliono stare con noi".
Questa affermazione, oltretutto falsa in merito ad un presunto consenso della popolazione locale, arriva dopo settimane di tensioni diplomatiche e rinnovate discussioni sull'importanza strategica dell'isola.
Trump aveva già manifestato il desiderio di prendersi la Groenlandia durante il suo primo mandato nel 2019, definendo l'acquisizione del territorio una "necessità assoluta" per la sicurezza USA. La Groenlandia, situata nell'Artico e ricca di risorse naturali, ha un'importanza geopolitica cruciale, soprattutto in un momento in cui potenze come Cina e Russia stanno espandendo la loro influenza nella regione. Secondo il Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, la Groenlandia rappresenta una priorità strategica per il controllo dell'Artico.
Il portavoce Brian Hughes ha dichiarato che gli Stati Uniti intendono "proteggere i loro interessi nell'Artico e lavorare con la Groenlandia per garantire una prosperità condivisa". Quel che non è chiaro, però, è perché tutto ciò non dovrebbe continuare come adesso, visto che da anni gli Stati Uniti sono presenti nel nord-ovest della Groenlandia con la base aerea di Pituffik (Thule), considerata di fondamentale importanza per il suo sistema di allerta precoce sui missili balistici, poiché la rotta più breve dall'Europa al Nord America passa attraverso l'isola .
La scorsa settimana, Trump ha avuto una conversazione telefonica di 45 minuti con la premier Frederiksen che, secondo fonti europee, si sarebbe conclusa in modo disastroso. Il Financial Times ha descritto la telefonata come una "doccia fredda", segnalando un tono "aggressivo" e "polemico" da parte del presidente statunitense. Frederiksen ha riaffermato che la Groenlandia "non è in vendita", posizione che Trump ha definito inaccettabile.
La Groenlandia rappresenta una chiave di volta nella competizione per l'Artico. L'isola offre vantaggi strategici, come il controllo delle rotte marittime artiche che diventano sempre più accessibili con il cambiamento climatico. Inoltre, è appetibile per le risorse naturali significative, inclusi minerali rari, petrolio e gas, che la rendono un obiettivo ambito da parte delle grandi potenze.
Le dichiarazioni di Trump hanno sollevato timori su come questa vicenda potrebbe evolversi. La Danimarca ha riaffermato la propria sovranità sull'isola, mentre il governo locale groenlandese, che gode di ampia autonomia, non è sembrato affatto entusiasta di diventare a stelle e strisce, rimarcando che qualsiasi decisione sul futuro deve rispettare il diritto di autodeterminazione.
La proposta di Trump ha spinto molti analisti a interrogarsi sulla sua reale fattibilità e sulle sue implicazioni politiche. Se da un lato il presidente sottolinea le opportunità economiche e strategiche della Groenlandia, dall'altro è evidente che le relazioni internazionali potrebbero subire un duro colpo qualora gli Stati Uniti continuassero a insistere su questa linea che, oltretutto, non può non far paragonare Donald Trump a Vladimir Putin.