Infatuazione iberica 3...

TENERIFE

Decidono di partire a marzo, per scongiurare code autostradali, eccesso di prenotazioni, attese interminabili. Infatti, il volo parte con quattro ore di ritardo. Consumano il pavimento di Malpensa Vecchia, che ora presenta recessi in abbandono: la Nuova le ha sottratto un bel po’ di traffico. L’arrivo è notturno anziché serale. L’assistente si dilegua. Alla reception l’ineffabile sig. LLeves comunica seccamente che la camera con balcone richiesta non è disponibile: sono arrivati dei tedeschi.  Ne darà un’altra senza balcone, peraltro più piccola.

Roberto e Lleves si accapigliano, Genna minaccia di svegliare i tedeschi e il giorno dopo la camera richiesta compare. L’assistente, di nome Stefano, si fa vivo. Alle loro lagnanze non bada, ma Genna lo perdona, perché è un bel ragazzo.  

Gita sul vulcano Teide, notoriamente assai vitale e sulfureo.  Si utilizzano pullman e funivia: da 0  a 3500 metri in poche ore. Il cuore fa i capricci,  mentre infanti e vegliardi  tedeschi non sembrano accusare fatica: loro due stanno invecchiando o quelli sono davvero  portenti? 

L' albergo è vicino al capolinea dei bus isolani: che bello, eviteranno di noleggiare la macchina, faranno una vacanza “da nativi”. Il primo tragitto li porta al capo opposto, dalle parti del Médano, un promontorio di terra rossiccia: un paese “trendy”, praticanti del surf che si aggirano in stile Santa Monica, locali alternativi, locande ecoturistiche e botteghe solidali. Compiaciuti del loro stile “politically correct”, Roberto e Genna acquistano e pranzano.

Sul pullman di ritorno si ritrovano da soli con una famiglia russa, genitori e due bambini: non salirà nessun altro per tutto il percorso. L’autista corre come un pazzo; ha messo su, a tutto volume, musica di folklore “canarino” che  spacca i timpani e, per giunta, canta senza posa. Con i russi corre uno sguardo di impotenza e un muto interrogativo: arriveremo a destinazione?   

 Il cameriere, originario di La Spezia, magnifica la bontà della sua scelta. Non era mica così stupido da rimanere in Italia a invecchiare sulla scrivania: ha scelto la pensione anticipata e via. Un amico gli ha offerto quest’occasione e lui, furbo di tre cotte, l’ha colta al volo. Peccato che non sia capace di fare quel lavoro: un tavolo di napoletani è in ebollizione. Il corregionale rischia il linciaggio.

Gita in catamarano, per visitare l’isoletta de La Gomera; solo che le onde dell’Atlantico non sono così amichevoli e si sbarca stravolti.

Resta poco tempo a disposizione per un sopralluogo e per ascoltare le conversazioni via fischio, tipiche del posto. Roberto e Genna cercano un ristorante. Sbirciano in un vicolo una proposta economica e senza esitare entrano. Cadono in braccio ad una amabile famiglia originaria di Alberga, ma pratica di Genova. La cucina, come  informa la signora, non dispone di molto: vanno bene spaghetti ai quattro formaggi e tiramisù? Lei non lo dice, ma devono andare bene per forza. Il locale è appena inaugurato: si  auspicano grandi afflussi in estate. Il proprietario ha fatto il musicista e li delizia con  pianoforte e voce , De André, Tenco, Lauzi, Bindi: li invita a cantare con lui.Sono intenti al pasto, e trascorrono così due ore: in pratica non li mollano, tocca mangiare e cantare. Cautamente, un passo dopo l’altro, Roberto e Genna guadagnano l’uscita. I neo emigrati sembrano dispiaciuti, forse non sono poi così convinti di aver lasciato casa e figli in Italia: hanno una crisi nostalgica. Finalmente riescono a fuggire, ma intanto s’è fatto tardi: Gomera addio. E non hanno ascoltato alcun fischio.

 L’acqua oceanica di marzo è fredda, ma stoicamente si buttano, e che vento! E' poi meglio viaggiare in bassa stagione? In più scoppia la guerra in Kossovo: l’utenza veneta si agita. Ha sentito dire che gli scali del nord-est sono requisiti, ormai è panico. Interviene Stefano il belloccio e ridimensiona seccamente un gruppetto che ha mediamente più del doppio dei suoi anni. Però, che grinta.

Continua...