Infatuazione iberica 2...

MADRIS, IBIZA, PALMA

Madrid è bella, ma un po' secca; il Manzanarre è un rigagnolo canalizzato. Sono alloggiati nel mitico hotel Suecia*, di Hemingwayana memoria: manca poco che debbano ingurgitare aringhe a colazione. Alla ricerca dell'atmosfera. Quella, almeno, c'è ancora.

Dopo la settimana in capitale, riposo a Ibiza. Ohibò, non sono pronti per la trasgressione allo stato puro, a vedere i venerandi che fanno ginnastica in costume adamitico o alle sgarzelle che fanno prendere aria alle intimità; e per pietà, meglio non tentare di imitarli, se non si è più che sicuri di farcela. Dopo aver assaggiato la frustrazione allo stato puro, ma purificati dall’ammissione di inadeguatezza totale, quasi con sollievo si accingono al ritorno. Levataccia al buio, pronti con le valigie all’alba, rincorsa forsennata del pullmann  dell’agenzia che stava ripartendo senza caricarli: l’autista pensava che si fossero alzati per salutarlo? 

 Si imbarcano - quasi - soddisfatti. Raccomandano alla ragazza del check in le valigie, perché è previsto lo scalo a Barcellona. Mai che, una volta, i loro bagagli siano stati tra i primi a comparire sul tapis roulant; ma stavolta, a Linate, la valigia di Genna proprio non c’è. Una volta definitivamente assodato che si è persa, inizia la penosa trafila.

Si va all’ufficio apposito. Genna descrive, quelli congetturano. Partono le telefonate, poi finalmente il verdetto: è a Monaco di Baviera! Infedele valigia, già compagna di tante avventure, come è potuto accadere? Da parte della gentile impiegata,  il consueto dispiegamento di arti superiori, della serie: “arrangiati, dov’è te l’abbiamo detto”.

Penosa telefonata di Genna all’aeroporto di Monaco e fede nello zelo teutonico. L'’ hanno trovata, arriverà a Genova in serata! Ore 22, aeroporto di Genova: dal Milano sono scesi tutti. Non c'è nulla!Non è possibile, se quella gentile signora tedesca ha detto che l’avrebbero trovata, deve esserci: non si ammettono errori e bugie dalla Germania. Cercano meglio: la cara valigetta si è incastrata, nascosta, fra le colonne dei tapis roulants. Che sia un segno?  Dopo pochi giorni leggono sul giornale un trafiletto: il tour operator che li assisteva è fallito e da qualche parte del mondo un gruppo di italiani non sa come tornare.        

Saturi di contrattempi e rischi di varia natura, provano a limitare al massimo il pericolo di imprevisti. Partono con l’unico volo estivo da Genova, quello per le Baleari, destinazione la deliziosa Palma di Majorca. Al grande aeroporto internazionale dell’isola trovano la giovanissima e graziosa assistente, che devono pure consolare: sta quasi piangendo, è la prima volta che si allontana dalla famiglia ( e dal fidanzato?).

Viva Palma, l’isola dei tedeschi. Roberto e Genna alloggiano in località Playa de Palma, a una quindicina di chilometri dal capoluogo e non chiudono occhio per sette giorni sette. Nella zona va in onda una specie di perenne Oktoberfest tollerata dalle autorità: ubriachezze moleste, scomposti canti da sbronza estrema, urla e strepiti che non cessano un minuto. I tedeschi non sono poi così male, in genere. Li hanno spesso aiutati durante le peripezie vacanziere,  mai avari di indicazioni o notizie, anche se non particolarmente cordialoni. Solo che il numero è potere e loro sono tanti, dappertutto. Portano soldi, la Spagna ringrazia e lascia fare. Anche le spiagge ne risentono. Anche il mare si ribella e  ridà indietro  tutto quello che riceve: bottiglie, cartacce, scarpette. In questa circostanza, a volerci vedere  positivo, se all’alba si gironzola un po’ si possono raccattare anelli e collane persi durante la baldoria diuturna, tra quei localacci da bassifondi amburghesi. Vale la pena, qualcosa si trova sempre, tanto dormire è impossibile. 

C’ è un’anziana coppia  di  italiani nel loro albergo. Vengono qui tutti gli anni. Roberto e Genna  chiedono lumi e solidarietà e la risposta è: “Si sa, qui al Balneario 6 è sempre così”.  Strano, forse questo è l’unico posto dove non è il caso di soggiornare. Viene da chiedersi perché quei due continuino a tornare dove l’età media grosso modo è sui 21, la nazionalità germanica è preponderante e soverchiante e non si riposa un momento. Inoltre, devi amare incondizionatamente le ballate bavaresi e rassegnarti ad ascoltare ininterrottamente roba del tipo “Maria Magdalena” “99 luftballons” e, se ti va bene “Guardian Angel”. In Turchia i tedeschi rigavano dritto. Si vede che, anche per loro, vale il detto “mamma li turchi”.

Continua...