“Il Partito Democratico italiano, il partito che dirigo da quando sono tornato a fare attivamente politica nel mio Paese, l’Italia è un partito profondamente europeista. L’Europa è al centro del nostro lavoro, delle nostre idee e delle nostre prospettive. E sarà al centro di questa campagna elettorale. L’Europa è sempre stata nel nostro DNA, perché crediamo che la cooperazione tra paesi e la possibilità di trovare delle soluzioni comuni sia migliore del trovare delle soluzioni che siano soltanto nazionali o nazionaliste.È quel che abbiamo fatto durante la pandemia, con il Next Generation EU i cui fondi stanno aiutando i paesi che hanno più sofferto durante la pandemia, come l’Italia. Ed è stato così anche durante altri periodi della storia europea e sarà così in futuro. Abbiamo bisogno di un’Europa forte, di un’Europa della salute, di un’Europa della solidarietà. Ma tutto questo possiamo farlo soltanto senza nazionalismi nei paesi europei e se ogni paese cerca di stare insieme agli altri in modo solidale. Senza diritto di veto e senza la regola dell’unanimità che i partiti e i governi di destra e di estrema destra nella nostra Europa hanno sempre voluto mantenere. Quello stesso diritto di veto che Orban, amico e alleato della destra italiana, usa ogni volta che ne ha la possibilità per nuocere all’Europa. Così come ha fatto per bocciare le sanzioni contro la Russia o sulle questioni migratorie. I fatti sono più importanti dei discorsi da campagna elettorale. E i fatti dicono che al Parlamento europeo questa destra non ha mai sostenuto il Next Generation EU. Non ha mai supportato la creazione di un’Europa della salute e le scelte in favore di una maggiore solidarietà verso i paesi più in difficoltà come l’Italia.Questa destra ha votato contro tutte le scelte importanti fatte contro il cambiamento climatico. Questa destra ha persino votato contro il Trattato del Quirinale, il trattato sull’intesa italo-francese che ha messo la relazione tra Francia e Italia allo stesso livello della relazione tra Francia e Germania. Anche su questo trattato, importantissimo per avvicinare ancor di più i nostri due paesi, per essere ancor più protagonisti in Europa, la destra ha votato contro. E questi sono fatti. I discorsi da campagna elettorale non riusciranno a cancellare i fatti, ma li renderanno soltanto più evidenti”. 

Questo è quanto il segretario del Pd, Enrico Letta, ha dichiarato in un video in tre lingue per spiegare le ragioni per cui la destra italiana non sarebbe credibile in Europa, cominciando dal fatto che, l'ultima volta che ha governato il nostro Paese, si è rischiata la bancarotta, per poi sottolineare i continui "NO" dalla lotta al cambiamento climatico al riconoscimento dei diritti.

Va bene la critica, va bene la propaganda, va bene l'animosità, va bene scegliere una linea d'attacco su cui si voglia combattere l'avversario... va bene tutto  (in base, naturalmente, a scelte e convinzioni personali)... quello che però non va per niente bene è che è per mettere in mostra tutto questo si scelga come mezzo lo stesso che in precedenza ha scelto il tuo avversario, in questo caso Giorgia Meloni.

Perché non va bene? Perché i contenuti, inevitabilmente, finiranno per essere secondari rispetto alla forma e così lo sforzo - definiamolo in tal modo - di Letta finirà per essere etichettato come quello di una scimmiottatura di ciò che la Meloni aveva già fatto in precedenza, facendo persino un doppio errore, finendo per dar credito alla leader di FdI che, rivolgendosi all'estero, aveva dimostrato di non averne.

Dopo aver sconfessato l'alleanza con i 5 Stelle buttando via due anni lavoro per costruire una coalizione di sinistra che avrebbe potuto persino avere una qualche credibilità, solo per giustificare la fuga scomposta di Draghi dall'incarico che aveva accettato, dopo essersi fatto ridicolizzare da un Calenda qualunque che rappresenta non un partito ma qualche migliaio di follower su Twitter, adesso Letta si è persino ridotto a scimmiottare la Meloni. 

La considerazione è pertanto scontata: ma esiste qualcuno che in famiglia o nel partito possano prendersi cura di lui per evitare che continui a farsi male fino a tal punto?