Romano Prodi, che ogni volta che è finito - seppur per breve tempo - a governare l'Italia, per fortuna o per bravura, ha sempre dimostrato di saper far quadrare i conti... ma di politica, però, ha sempre dimostrato di non capirne niente. O, perlomeno, è sempre stato così ingenuo da credere che alle forze politiche interessi qualcosa del bene del Paese, mentre invece - ben che vada - l'interesse è subordinato a quello dei partiti e soprattutto a quello di coloro che i partiti controllano.

L'ultima conferma è arrivata da un suo articolo sul Messaggero in cui l'ex premier auspica una coalizione di governo denominata "Ursula", italianizzata "Orsola", a cui partecipino tutte le forze politiche presenti nel Parlamento italiano che a Strasburgo hanno eletto la nuova presidente della Commissione, per l'appunto Ursula von der Leyen.

Una coalizione, quindi, che comprenda Partito Democratico, 5 Stelle e Forza Italia. Possibile? Certo che no, perché i grillini non potrebbero in alcun modo governare con il "nano" o con chi ne rappresenti gli interessi. Perché discuterne?

Anche con il Pd, oltretutto, per i 5 Stelle l'alleanza non può essere data per scontata... tutt'altro. Quel che è certo è che con la Lega di Salvini non ci sono più possibilità di accordo.

Quest'ultimo diktat è il risultato di un "vertice" che si è tenuto domenica nella villa sul mare di Beppe Grillo, presenti oltre al comico genovese, tutti i principali esponenti del movimento. Così lo riassume lo stesso Luigi Di Maio.


Oggi ci siamo incontrati insieme a Beppe [Grillo], Davide [Casaleggio], Roberto [Fico], Alessandro [Di Battista], Paola [Taverna] e i capigruppo [Francesco D’Uva della Camera e Stefano Patuanelli del Senato]. Siamo forti e compatti e questo spaventa qualcuno.Non voglio scendere in polemiche. Qui le cose sono molto chiare:1. chi sapete voi (non voglio nemmeno nominarlo) ha sfiduciato il governo chiedendo di tornare al voto in pieno agosto, pugnalando alle spalle non solo il MoVimento 5 Stelle ma il Paese;2. lo ha fatto perché non voleva tagliare i parlamentari e i loro stipendi, due proposte del MoVimento. Diceva persino che il taglio dei parlamentari era una Salva-Renzi;3. quindi è tornato da Berlusconi e anche Berlusconi gli ha dato picche, perché nemmeno lui si fida più della sua parola;4. quando ha capito di aver fatto un disastro è tornato sui suoi passi, iniziando ad offendere il sottoscritto e il MoVimento 5 Stelle e inventandosi la storia dell’accordo col Pd.Voi una persona che si comporta così come la definireste? Credereste ancora alla sua parola? La verità è che un governo c’era, era forte e quel qualcuno l’ha buttato giù per rincorrere i sondaggi. Mentre i ministri MoVimento 5 Stelle erano al lavoro, lui era in spiaggia a pensare come fregare tutti. Questi sono i fatti.Noi non rispondiamo alle offese, noi pensiamo solo al Paese e a non far aumentare l’Iva perché con quel che hanno provocato c’è pure questo rischio. Così come rischiamo la chiusura di alcune fabbriche in tutta Italia perché non riusciamo ad approvare il decreto legge su Whirlpool, ex-Alcoa e simili.Il 20 saremo al fianco del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il MoVimento 5 Stelle non tradisce mai la parola data agli italiani!"


Bene. Letta la dichiarazione, se i 5 Stelle se vorranno evitare l'aumento dell'Iva e la chiusura di alcune fabbriche, oltre a dar seguito al taglio dei parlamentari, è necessario che la legislatura continui. E se un governo non può più esser fatto con la Lega, causa inaffidabilità del proprio segretario, l'unica via percorribile è quella di un accordo con il Pd, a meno di non ritornare alle urne.

Il Pd di Matteo Renzi ha già prospettato l'accordo come la migliore soluzione per il Paee. Il Pd di Nicola Zingaretti, più avvedutamente, attende che l'accordo sia auspicato dal capo dello Stato. Solo allora il segretario del Pd si muoverà ufficialmente per promuoverlo.

In quel caso, però, chi non sarà invitato al tavolo sarà il Pd di Renzi che non potrà neppure partecipare al Governo con qualcuno dei suoi pretoriani, a meno che non gli vengano affidati ruoli marginali. E per i 5 Stelle non potrà essere coinvolto nell'esecutivo neppure Luigi Di Maio, quello che aveva definito il Pd come il partito di Bibbiano.

Matteo Salvini, che pensava di aver apparecchiato il tavolo per mangiarsi tutto e tutti, improvvisamente, si trova tagliato fuori con il rischio concreto di dover affrontare scandali e inchieste senza la copertura ministeriale e neppure politica che lo possa tutelare dai processi. E per tale motivo ha iniziato ad agitarsi chiedendo il voto e condannando come truffaldino [senza darne come suo solito una spiegazione razionale] qualsiasi esecutivo che escluda la Lega.

Grazie allo stesso Salvini, se le cose dovessero andare per il verso giusto, magicamente i due vicepremier del cambiamento finirebbero in disparte, e così anche la quotidiana propaganda da loro ossessivamente veicolata verrebbe meno. E verrebbero meno anche le questioni migranti e sbarchi, insieme alle campagne di odio razziale.

Insomma, si inizierebbero a vedere progressivamente i contorni di un Paese vagamente normale, anche se comunque sotto assedio da una parte dai fascisti (sovranisti) di Lega e FdI e dall'altra dai renziani del Pd pronti a mettere in difficoltà il nuovo esecutivo non appena Renzi sia sicuro di una maggioranza o di un nuovo partito che gli consenta di avere la visibilità da lui ritenuta minima sufficiente per influenzare la vita politica in Italia.

Da martedì sera avremo qualche indicazione in più sulla possibile svolta del Paese, anche se, attendersi qualcosa di razionale e positivo per l'Italia, vista la situazione in cui si trova, è ad oggi quanto mai utopico.

In ogni caso, se l'Italia dovesse tornare al voto, quasi certamente a guidare le elezioni sarebbe un Governo di salvaguardia dove Salvini e la Lega - al massimo - avrebbero solo un ruolo marginale. Almeno si spera!