Nella notte in cui è scomparso, Giulio Regeni, dopo essere uscito dal suo appartamento, camminò davanti a 4 negozi provvisti di telecamera di sorveglianza. Nel filmato emergerebbe che Regeni è stato preso in custodia da due uomini ritenuti agenti in borghese egiziani, come tra l'altro confermato da tre funzionari di sicurezza egiziani coinvolti nell'inchiesta.
I negozianti che possiedono le telecamere hanno detto che la polizia egiziana non ha ancora richiesto ufficialmente i filmati, un ritardo che sostenitori dei diritti umani dicono essere tipico delle inchieste di polizia in quel paese.
Prima che Regeni venisse arrestato, diversi testimoni hanno affermato che nella zona, intorno alle 7 di sera, vi erano due agenti in borghese che stavano facendo dei controlli. Un testimone che ha chiesto di rimanere anonimo ha visto i due ufficiali fermare Regeni. Mentre uno frugava nella sua borsa, l'altro ne controllava il passaporto. Subito dopo lo hanno condotto via. Lo stesso testimone ha poi aggiunto che uno dei due agenti era già stato in zona in passato chiedendo informazioni proprio su Regeni.
I tre funzionari coinvolti nelle indagini hanno confermato il fermo di Regeni, attribuendolo al suo comportamento irrispettoso durante il controllo ed hanno aggiunto che fosse ritenuto sospetto per i contatti trovati sul suo telefono, relativi a persone collegate ai Fratelli musulmani e al Movimento 6 aprile, entrambi ritenuti dal governo di al-Sisi nemici dello Stato.
Adesso non resta che attendere che cosa diranno e faranno in proposito le autorità italiane dopo che questa che sembra essere una svolta decisiva nelle indagini confermerebbe inequivocabilmente il coinvolgimento delle autorità egiziane nella morte di Giulio Regeni, nonostante quest'ultime lo abbiano sempre ufficialmente negato.