Mercoledì, la direzione nazionale del Partito Democratico è stata chiamata a riunirsi, dalle ore 10, presso l'auletta dei gruppi parlamentari di Montecitorio.

Il Pd dovrà valutare il contenuto della discussione iniziata alle 18 di oggi, presso la Camera dei deputati, tra le delegazioni del PD e del M5S per discutere dei punti programmatici del possibile governo giallorosso.

La delegazione del Partito Democratico è rappresentata dai capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio, dalla vicesegretaria Paola De Micheli e dal coordinatore della segreteria nazionale Andrea Martella.

Questo sviluppo si è avuto nel pomeriggio, dopo che 5 Stelle e Partito Democratico hanno riunito i propri vertici per decidere il da farsi dopo lo stallo alle trattative che, per i grillini era rappresentato dal no a Conte, mentre per il Pd dalle richieste di Di Maio che pretendeva per sé le poltrone di vicepremier e ministro dell'Interno.

A metà giornata era arrivato l'appello di Zingaretti che aveva dichiarato di voler difendere l'Italia dai rischi che corre: "Bisogna ascoltarsi a vicenda, mi auguro che nelle prossime ore ci sia la possibilità di farlo. Io sono al lavoro per questo".

Prima che la trattativa tra 5 Stelle e Pd per formare un nuovo governo riprendesse, il grillo-leghista Paragone dichiarava che avrebbe votato no ad un governo giallorosso, mentre l'extra parlamentare Di Battista, grillo-fascista, pubblicava il seguente (e farneticante) post su Facebook - a conferma dello stato di agitazione tra le varie anime all'interno del Movimento - da cui traspare la speranza di poter riallacciare un dialogo con la Lega.

NO AI BENETTON, NO A MALAGÒ, NO AI CONFLITTI DI INTERESSEInsisto. Un grande potere contrattuale deve imporre grande coraggio sui temi. Io, da cittadino e da persona che negli anni ha dato anima e corpo al Movimento pretendo:1. La revoca delle concessioni autostradali ai Benetton, un gruppo che ha socializzato i costi e privatizzato i profitti e che dopo la tragedia del Ponte Morandi non deve più toccare palla.2. Che si porti a compimento la riforma dello sport per togliere potere clientelare dalle mani di Malagò (avvistato due giorni fa “stranamente” all’Olimpico accanto a Veltroni).3. Che si realizzi finalmente una legge durissima sui conflitti di interessi e contro l’accentramento di potere, immenso male del nostro Paese. Non era solo un problema riguardante Berlusconi evidentemente.È il “deep State” (lo Stato occulto) il nemico principale degli interessi dei cittadini. A me interessa contrastarlo. Sono le mie idee e le idee devono restare protagoniste. Io non ho sentito nessuno del PD pronunciarsi su questo in questi giorni.

Inutile dire che, nel caso in cui il nuovo governo giallorosso dovesse partire, al di là che trovi la fiducia al Senato (alla Camera i numeri ci sono), potrebbe causare non pochi sconvolgimenti all'interno del movimento 5 Stelle.


Se l'accordo di Governo tra Pd e 5 Stelle andrà in porto, a Mattarella mercoledì pomeriggio sarà fatto il nome del premier e un riassunto di quello che le due forze politiche intenderanno fare per il resto della legislatura.

Una volta ricevuto l'incarico, se al premier incaricato servirà del tempo per definire programma e ministri, Mattarella sarà disposto a concederglielo.

Nel caso, invece, la trattativa non dovesse andare in porto, il capo dello Stato darà il via alla formazione di un governo di garanzia per portare l'Italia al voto.