Il Salone internazionale dell'automobile, o Salone dell'automobile di Torino o Salone di Torino, è stata la principale rassegna espositiva automobilistica italiana e tra le principali al mondo. L'ultima edizione si tenne nell'anno 2000. Diventato a scadenza biennale a partire dagli anni 70, i forfait di molti brand nell'edizione del 2002 decretarono la fine della manifestazione.

Dal 2015, a Torino l'auto era di nuovo ritornata alla ribalta con il Salone dell'Auto che si teneva al Parco Valentino, l'evento automotive più importante in Italia.

Quest'anno si è svolta la 5.a edizione, dal 19 al 23 giugno 2019, che ha avuto un notevole successo con oltre 700mila visitatori, 30 eventi, 54 marche espositrici tra costruttori e designer.

Ma al vicesindaco 5 Stelle di Torino la collocazione non piaceva tanto da aver dichiarato di aver fatto multare gli espositori nella passata edizione per aver montato anticipatamente i loro stand, augurandosi che per quest'ultima edizione una grandinata portasse via tutto, stand, vetture e salone.

Gli organizzatori - non sono però da escludere anche altre ragioni - devono aver dato un certo peso a quelle dichiarazioni e così hanno deciso di togliere il disturbo, dichiarando che avrebbero spostato la manifestazione nella città di Milano, dove la prossima edizione prenderà il via già dal prossimo anno.

«In merito a mie pretese dichiarazioni sul Salone dell'auto al Parco del Valentino usate per giustificare un abbandono dei promotori da Torino, preciso quanto segue», ha poi dichiarato il vicesindaco Montanari: «Ho sempre ritenuto che il Salone dell'auto sia una ricchezza della città e che si possa fare al Parco del Valentino con una mediazione tra esigenze degli organizzatori e fruizione del parco.

Limitare i tempi di montaggio e smontaggio dei padiglioni e compensare con interventi sulla qualità del verde è una semplice scelta di buon senso.

Questa mia posizione è stata travisata per giustificare evidentemente scelte già assunte. Capisco lo sconcerto e il disappunto della Sindaca e mi scuso per aver dato pretesto a polemiche strumentali».

La sindaca Appendino, ovviamente, è rimasta alquanto contrariata per quello che è accaduto: «Sono furiosa per la decisione del comitato organizzatore del Salone dell'Auto di lasciare Torino dopo cinque edizioni di successo.

Una scelta che danneggia la nostra città, a cui hanno anche contribuito alcune prese di posizione autolesioniste di alcuni consiglieri del Consiglio Comunale e dichiarazioni inqualificabili da parte del Vicesindaco.

Senza sottrarmi alle mie responsabilità, mi riservo qualche giorno per le valutazioni politiche del caso».

In pratica, un disastro... e tale è la misura e la qualità del disastro che si può classificare a 5 Stelle. Su che cosa vuole riflettere la sindaca Appendino? Sulle sue dimissioni? Su quelle del suo vicesindaco?

In serata è previsto l'arrivo di Luigi Di Maio per parlare con i 5 Stelle piemontesi. Sarà l'occasione per fare chiarezza anche sulla vicenda. Nel frattempo, il capo politico dei 5 Stelle ha però voluto prendere le difese della sindaca, non risparmiando critiche ad una parte dei propri attivisti, ma senza dimenticarsi di aggiungere che, anche questa volta, è comunque colpa del Pd:

«Chiara Appendino è una delle donne più coraggiose che abbia mai conosciuto. Quello che ha dovuto affrontare in questi tre anni avrebbe steso una mandria di bufali. Lei, non solo ha retto a tutti coloro che le hanno addebitato in maniera violenta responsabilità non sue, ma ha sempre avuto la capacità di reagire per il bene della città.

Ha ereditato dal Pd un comune quasi in default, governato da colui che fu definito “il sindaco più apprezzato d'Italia”. Peccato che nessun giornale avesse mai spiegato agli italiani quanto fosse diventato grande il buco di bilancio con cui Piero Fassino “spendeva e spandeva” soldi pubblici.

Chiara già nel 2016 rappresentava ai miei occhi il futuro del MoVimento, oggi lo è più che mai. Ha sempre avuto una visione di Governo. Ha sempre mirato a governare non per vendicarsi, per attaccare qualcuno o per bloccare qualcosa. Lei ha sempre incarnato la voglia di costruire, evolvere, innovare, investire in nuove persone e nuove energie del Paese.

In questi anni, nel MoVimento, la visione che ci ha portato al governo delle città e del Paese è sempre stata quella di guardare fuori dal MoVimento, oltre un simbolo o un gruppo ristretto di persone, per accogliere nuove sfide e nuova gente, confrontarsi, evolversi, costruire nuovi legami con parti della società.

Poi esiste sempre una piccola minoranza, che io definisco “i nemici della contentezza”, quella rappresentata da chi preferisce chiudersi e alimentare rancori e tensioni, credendosi portatori della conoscenza divina su cosa significhi “essere del MoVimento”.

Chiara Appendino rappresenta il futuro del MoVimento, è un sindaco aperto al dialogo, che lavora ogni giorno per promuovere nuovi investimenti nella sua città, che non vive di pregiudizi, forte delle sue convinzioni. In questo anno posso testimoniare che non è passata una sola settimana in cui Chiara non stimolasse i nostri ministeri a fare meglio su Torino. È grazie a lei se a Torino ci saranno le ATP Finals di tennis, la Casa delle Tecnologie Emergenti, l’area di crisi complessa per il rilancio dell'impresa e tanti altri progetti che sta portando avanti.

Oggi Chiara è giustamente molto arrabbiata per un’occasione di investimento che ha perso Torino, in cui ci sono anche responsabilità dei consiglieri M5S di maggioranza. Alcuni giornali dicono addirittura che voglia dimettersi da Sindaco. Qualsiasi decisione prenderà io starò sempre dalla sua parte. Dalla parte di chi, con il buon senso, ogni giorno passa il tempo a costruire una nuova Italia e non a demolire. Facciamole sentire tutti il nostro sostegno.

Forza Chiara!»