A distanza di 3 anni dalla morte di Raffaello Bucci la Procura ha chiesto di riesumare il cadavere per fare nuovi accertamenti.

Bucci, 41 anni, viveva a Margarita, in provincia di Cuneo, ed è morto in circostanze ancora da chiarire il 7 luglio 2016. L’uomo era collaboratore della Juventus, informatore dei servizi segreti e della Digos.

Prima di morire, Bucci era stato sentito in Procura a Torino come persona informata sui fatti riguardo una possibile combutta esistente tra l’ambiente dei tifosi e l’organizzazione criminale della ‘ndrangheta, un accordo per la vendita clandestina di biglietti fuori dallo stadio. In quel colloquio, i giudici gli chiesero informazioni su Rocco Dominello, un ultrà affiliato alla cosca malavitosa calabrese di Rosarno. Alcune ore dopo, il corpo di Raffaele Bucci fu ritrovato in fin di vita sotto un cavalcavia.

Inizialmente la sua morte è stata archiviata come suicidio. Un anno fa, la Procura ha riaperto le indagini su richiesta della ex compagna, che non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio. Secondo la donna, il compagno aveva delle ferite sospette che lasciavano pensare a un pestaggio. Raffaele Bucci aveva un taglio sulla fronte e una mandibola fratturata, lesioni incompatibili con la dinamica della caduta nel vuoto definita “a candela”.

In questi giorni, la salma di Bucci è stata riesumata per effettuare nuovi accertamenti, il dottor Roberto Testi, medico legale, è incaricato di eseguire le analisi necessarie per determinare con chiarezza le cause della morte.

Intanto la Procura indaga per il reato di istigazione al suicidio contro ignoti.