In occasione del 79° anniversario dell'apertura dei cancelli di Auschwitz, la presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti ha diffuso questa dichiarazione:“La Giornata della memoria sta lì a ricordarci, quasi 80 anni dopo, il peggio del secolo passato. Qualcosa di irripetibile, che spinse la comunità internazionale di allora a immaginare e attuare strumenti per impedire che quell'orrore si verificasse ancora. Il ‘mai più' ispirò la Dichiarazione universale e questa ha ispirato trattati e meccanismi, giudiziari e non, per prevenire i più gravi crimini di diritto internazionale”.“Dire che ciò abbia avuto successo sarebbe ipocrita. La lezione è stata appresa solo in parte: odio, deumanizzazione e volontà di distruzione caratterizzano i conflitti del nostro tempo, dalle guerre più note a quelle dimenticate. Sta ai movimenti della società civile, alle organizzazioni per i diritti umani ricordare cos'è stato il nazifascismo e cosa ha prodotto e riattualizzare, a partire dalle scuole, quel ‘mai più' di otto decenni fa”.

Questo il comunicato diffuso da Amnesty il 27 gennaio 2024. A quali conflitti si riferisce la ong? Sicuramente a tutti quelli in corso, e in primis a quello in atto a Gaza, perché il numero di persone (soprattutto civili) massacrate in meno di 4 mesi (oltre 26mila il numero dei morti e oltre 64mila quello dei feriti) è tale da risultare paragonabile solo a quello non di un conflitto locale, ma di un conflitto mondiale.

Ed è sorprendente, visto che ne è responsabile lo Stato di Israele, anzi, lo Stato ebraico di Israele. La sottolineatura è dovuta perché fu l'avvocato ebreo polacco Raphael Lemkin, che  coniò il termine genocidio nel 1944 per descrivere le politiche naziste nell'Europa occupata e il genocidio armeno e si batté attivamente per il riconoscimento del genocidio come crimine ai sensi del diritto internazionale.

A seguito di ciò si arrivò alla creazione della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, un trattato internazionale che mette al bando il genocidio e obbliga gli Stati membri delle Nazioni Unite a implementare l'applicazione di tale divieto per non ripetere atrocità come quella dell'Olocausto, che tra le altre cose hanno anche difettato di una definizione giuridica. 

Dopo 79 anni il tribunale delle Nazioni Unite, la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, venerdì ha fatto sapere al mondo che in relazione a quanto Israele sta compiendo nella Striscia di Gaza vi sia il rischio immediato e concreto che sia in corso un genocidio,

Lo ha confermato anche Chantal Meloni, professoressa associata di diritto penale internazionale all'Università degli Studi di Milano, in una intervista al manifesto: 

"... Gli argomenti difensivi di Israele erano molto deboli. È tutta in salita la strada per dimostrare che ciò che Hamas ha fatto il 7 ottobre integri a sua volta un genocidio come Israele ha sostenuto all'Aia. E in ogni caso nessun atto può giustificare un genocidio. La difficoltà è dimostrare che ci sia l'intento genocidiario, quindi che queste azioni siano messe in atto non solo perché si sta combattendo ma perché – come sostiene il Sudafrica e come sostengono i palestinesi da decenni – c'è un intento di pulizia etnica e persecuzione della popolazione palestinese. La Corte, sebbene non si sia ancora pronunciata, ha richiamato alcune delle dichiarazioni di ministri israeliani tra cui quello della difesa Gallant: fa capire che ci sono delle basi per ritenere che un intento esista".

Questo è ciò che ha detto il ministro della Difesa di Israele, Yoav Gallant, il 9 ottobre 2023 riportato nella sentenza della Corte:

"I have released all restraints . . . You saw what we are fighting against. We are fighting human animals. This is the ISIS of Gaza. This is what we are fighting against . . . Gaza won't return to what it was before. There will be no Hamas. We will eliminate everything. If it doesn't take one day, it will take a week, it will take weeks or even months, we will reach all places."

Questo è ciò che ha detto (riferendosi a Gaza) il presidente di Israele, Isaac Herzog, il 12 ottobre 2023 riportato nella sentenza della Corte:

"We are working, operating militarily according to rules of international law. Unequivocally. It is an entire nation out there that is responsible. It is not true this rhetoric about civilians not aware, not involved. It is absolutely not true. They could have risen up. They could have fought against that evil regime which took over Gaza in a coup d'état. But we are at war. We are at war. We are at war. We are defending our homes. We are protecting our homes. That's the truth. And when a nation protects its home, it fights. And we will fight until we'll break their backbone."

Questo è ciò che ha detto il ministro dell'Energia e delle Infrastrutture di Israele, Israel Katz, il 13 ottobre 2023 riportato nella sentenza della Corte:

"We will fight the terrorist organization Hamas and destroy it. All the civilian population in Gaza is ordered to leave immediately. We will win. They will not receive a drop of water or a single battery until they leave the world."

Dichiarazioni che poi hanno avuto un seguito, perché sono state applicate alla virgola. E per tale motivo, Chantal Meloni ci ricorda che 

"i giudici [della Corte] hanno istituito un meccanismo di monitoraggio. Poi potrebbero pronunciarsi nuovamente: questo fa capire che hanno colto appieno l'urgenza e il rischio immediato e concreto che sia in corso un genocidio a Gaza. Si sono pronunciati velocemente, due settimane credo che sia un record, e con una maggioranza forte dicendo che la questione non finisce qui. Dimostra che il caso portato dal Sudafrica è estremamente solido al contrario di quello che è stato detto in primis da Israele, ma anche da alleati storici come Germania e Stati uniti che avevano cercato di liquidare il caso come un attacco politico o addirittura come atto di antisemitismo. Possiamo oggi dire che c'è un'accusa fondata che Israele stia commettendo crimini gravissimi, in particolare un genocidio nei confronti dei palestinesi. Fino a qualche anno fa era impensabile accostare il termine «crimini» allo Stato di Israele. Adesso abbiamo la più alta corte del mondo che lo sta facendo in modo molto netto".

Anche il cessate il fuoco, per Meloni [Chantal!] è stato indirettamente chiesto dalla Corte dell'Aia:

"... la Corte non ha ordinato un cessate il fuoco in modo netto. Ma bisogna capire quali erano gli strumenti in mano alla CIG. E visto che la controversia è stata portata dal Sudafrica, uno stato terzo, va considerato che sarebbe stato molto difficile per i giudici imporre un cessate il fuoco che obbligherebbe entrambe le parti in conflitto, quindi Hamas o più in generale la Palestina, che non erano di fronte alla Corte. Da un punto di vista giuridico era largamente atteso che la CIG non potesse spingersi fino ad accogliere in modo diretto la richiesta di ordinare il cessate il fuoco. Di fatto però, per il tipo di ordine che ha imposto, ha ordinato a larghissima maggioranza delle misure talmente forti che obbligano Israele, con effetto immediato, ad assicurare che non vengano uccisi membri del gruppo da proteggere, ovvero i palestinesi di Gaza. Non deve cioè compiere tutti quegli atti che da un punto di vista del diritto internazionale possono integrare il crimine di genocidio, come l'imporre condizioni di vita incompatibili con la sopravvivenza del gruppo. ... È una prima interpretazione in senso «progressista»: ordinando queste misure con le parole più forti che poteva utilizzare e con effetto immediato, la Corte ha di fatto reso impossibile a Israele obbedire se non mediante una cessazione delle attività militari o comunque un'enorme limitazione dell'intervento militare a Gaza".

Ma nonostante ciò Israele sta proseguendo i bombardamenti e non ha alcuna intenzione di porre fine al massacro dei civili a Gaza. E per di più, ignorando le origini del crimine di genocidio di cui ogni 27 gennaio commemora le vittime, accusa di antisemitismo chiunque metta di fronte lo Stato ebraico alle proprie responsabilità.

Ma il 27 gennaio non dovrebbe essere il Giorno della memoria?