Oggi al Parlamento Europeo è stato presentato il report "Tratta di Stato - Espulsioni e vendita dei migranti dalla Tunisia alla Libia", un'indagine che documenta deportazioni illegali, violenze e la compravendita di esseri umani con il coinvolgimento e la complicità delle autorità statali di Tunisia e Libia, Paesi con cui l'Italia e l'Europa hanno siglato accordi per la gestione (in realtà trattenimento) dei migranti provenienti dall'Africa subsahariana.

Il rapporto restituisce 30 testimonianze di migranti che sono stati espulsi dalla Tunisia verso la Libia da giugno 2023 a novembre 2024, mettendo in luce un tratto saliente che appare nelle narrazioni: la vendita di esseri umani alla frontiera da parte di apparati di polizia e militari tunisini e l'interconnessione fra questa infrastruttura dei respingimenti e l'industria del sequestro nelle prigioni libiche.

In tal senso il rapporto contribuisce a documentare eventi e situazioni che nelle scienze sociali e nel diritto internazionale vengono classificati sotto il termine di "crimini di Stato".

Il rapporto esplora, attraverso i racconti delle vittime, le 5 fasi di una catena logistica che si è integrata ed affinata, anche come conseguenza degli accordi tra UE e Tunisia:

1) Gli arresti;
2) Il trasporto verso la frontiera tunisino-libica;
3) Il ruolo dei campi di detenzione alla frontiera tunisina;
4) Il passaggio e la vendita a corpi armati libici;
5) La detenzione nelle prigioni libiche sino al pagamento del riscatto.

Numerose testimonianze, per quanto la memoria di dettagli e coordinate spazio-temporali è resa difficile dall'esperienza traumatica e violenta entro cui è iscritta, sono state oggetto di un processo di geo-localizzazione.

Tratta di Stato, individuando un sommario delle violazioni dei diritti umani nel corso delle operazioni di espulsione e tratta, vuole riaprire il dibattito sulla responsabilità dell'Unione e dei singoli stati nell'esposizione alla morte e alla schiavitù delle persone in viaggio, così come sullo statuto di "paese sicuro" assegnato alla Tunisia, al suo ruolo di partner e beneficiario economico nella gestione della frontiera esterna della UE.

Le testimonianze qui presentate, se rilette in chiave giuridica, evidenziano le seguenti violazioni del diritto internazionale:

1) Crimini contro l'umanità;
2) Detenzione arbitraria;
3) Discriminazione razziale e incitazione all'odio razziale;
4) Respingimenti collettivi;
5) Riduzione in schiavitù;
6) Sparizioni forzate;
7) Tortura e trattamenti inumani e degradanti;
8) Tratta e violenza di genere. Il gruppo di ricerca internazionale che ha redatto il rapporto, raccolto e analizzato le testimonianze ha deciso di restare anonimo per garantire la sicurezza di tutti coloro che hanno partecipato e la possibilità di continuare ad operare.

La situazione è gravissima e l'Italia, insieme all'Unione Europea, deve assumersi le proprie responsabilità. L'esternalizzazione delle frontiere ha conseguenze dirette e drammatiche: i governi europei non possono e non devono fingere di non sapere.

Pertanto, i parlamentari europei a sostegno del rapporto - Cecilia Strada (S&D Group), Birgit Sippel (S&D Group), Tineke Strik (Greens/EFA Group), Leoluca Orlando (Greens/EFA Group), Estrella Galàn (The Left Group), Ilaria Salis (The Left Group) - chiedono che

  • La Libia resti inequivocabilmente designata come paese non sicuro e che anche la Tunisia venga ufficialmente riconosciuta come tale.

  • Si istituisca con urgenza un corridoio umanitario per proteggere le 30 persone migranti le cui testimonianze sono alla base di questo rapporto.

  • L'Europa adotti misure concrete per garantire vie di migrazione legali e sicure, ponendo fine a politiche che espongono migliaia di persone a violenze e abusi.

È tempo che l'Italia e l'Europa smettano di finanziare questa vergogna e si assumano la responsabilità politica di fermarla.

Inoltre, questo rapporto è ulteriore dimostrazione del perché la richiesta di arresto della CPI nei confronti del criminale libico Almasri non sia stata eseguita dal governo Meloni e del perché la vicenda abbia creato un caos politico che non accenna a diminuire.

Nel video, la presentazione del rapporto...