Immancabile ad ogni appuntamento internazionale che conti, come lo era una volta il prezzemolo su qualsiasi piatto, anche a Davos 2024 ha fatto la sua apparizione Volodymyr Zelensky, che dal suo repertorio ha scelto e recitato il pezzo basato sul quanto sia cattivo l'altro Vladimiro, Putin, di cui ha elencato tutte le malefatte degli ultimi anni, oltre a quelle in Ucraina, dall'Africa alla Siria... e di come fornire armi all'Ucraina per combatterlo sia l'unica cosa da fare per l'occidente "libero" e democratico.

"In effetti - ha detto Zelensky - Putin incarna la guerra. Sappiamo tutti che egli è l'unica ragione per cui persistono varie guerre e conflitti e perché tutti i tentativi di ristabilire la pace sono falliti. E non cambierà. Non cambierà. ... Putin è sincero su ciò che vuole, cosa fa e chi sono i suoi obiettivi. La sua risposta alla durata della guerra è sempre una guerra senza fine. Vuole così. La sua risposta ai limiti del caos nel mondo è il sostegno illimitato delle forze terroristiche. Gli piacciono i conflitti che causano sofferenza agli altri. La sua risposta agli appelli alla pace è la fornitura di sempre più armi dalla Corea del Nord e dall’Iran. Regimi come il suo esistono finché fanno guerre. E noi – noi tutti nel mondo libero – esistiamo finché possiamo difenderci. ...Lasciatemi chiedere in tutta onestà: quale nazione europea oggi può fornire un esercito pronto al combattimento alla pari del nostro, per frenare la Russia?  ... Se negli anni a venire si dovrà combattere insieme contro Putin, non sarebbe meglio porre fine a lui e alla sua strategia di guerra adesso, mentre i nostri coraggiosi uomini e donne lo stanno già facendo? ... L’Ucraina vi dà tale opportunità".

Per Zelensky non si può trovare un accordo né tantomeno un cessate il fuoco, perché

"Putin è un predatore che non si accontenta dei prodotti congelati [riferendosi alla cessazione del conflitto all'attuale situazione sul terreno]. E dobbiamo difendere noi stessi, i nostri figli, le nostre case, le nostre vite. Dobbiamo farlo. Possiamo batterlo a terra. Lo abbiamo dimostrato. E in mare e nei cieli. Incrementiamo la produzione di armi. Abbiamo raggiunto la crescita economica in Ucraina, il nostro PIL è in crescita – nonostante la guerra, più del 5% l’anno scorso. Abbiamo ottenuto la decisione sui negoziati di adesione all’UE. Stiamo normalizzando l'idea che le aggressioni possano essere sconfitte – anche le aggressioni di Putin, che vanno avanti da dieci anni e più".

La conclusione del discorso di Zelensky è stata un invito nel continuare la fornitura di aiuti (soprattutto militari) all'Ucraina e la celebrazione dell'incontro dei consiglieri per la sicurezza nazionale di 80 Paesi per all'attuazione della Formula di Pace... il "suo" piano di pace.

Niente di nuovo sul fronte... orientale. 

Nella stessa giornata, il presidente ucraino ha battuto cassa con il segretario di Stato Usa, Blinken, e con la presidente della Commissione Ue, von der Leyen, entrambi in scadenza di mandato.

L'amministrazione Biden, però, non è ancora in grado di sbloccare gli aiuti da destinare a Kiev per i prossimi mesi, decine di miliardi di dollari che servono a Zelensky per pagare gli stipendi e combattere i russi.

Anche alla von der Leyen, il Vladimiro ucraino ha chiesto notizie dei 50 miliardi di euro che l'UE gli aveva promesso, insistendo perché il finanziamento venga approvato nella prossima sessione straordinaria del Consiglio europeo che si terrà il 1 febbraio. Ma è improbabile che ciò accada.

Purtroppo per Zelensky, l'insuccesso della controffensiva d'estate e il genocidio deciso da Israele a Gaza (da lui applaudito come dai suoi complici del mondo libero e democratico) hanno spuntato e non poco la sua retorica nazionalista e le simpatie nei suoi confronti. 

Adesso, a completare il quadro, manca solo che Usa e Ue, insieme o separatamente, gli dicano chiaramente come stanno le cose, aggiungendo che in breve tempo dovrà presentare/accettare un piano di pace credibile e discutibile anche per la Russia di Putin.