La Leopolda interpretata da Mannelli fa imbestialire i renziani
Sul Fatto Quotidiano di mercoledì, il vignettista Mannelli ha pubblicato un disegno, praticamente un'opera d'arte che vale più di un editoriale da mille parole, che ha mandato in bestia Renzi e i suoi accoliti, tanto che i bot social di cui il senatore di Rignano nega l'esistenza si sono affrettati a condannarla... ottenendo però l'effetto contrario: cioè pubblicizzare ciò che non era loro gradito.
Che cosa ha disegnato Mannelli? L'immagine di una prostituta lasciva e âgée, con gli slip abbassati, titolata in questo modo:
"Vuoi fare centro, passerotto?
C'è la Leopolda..."
Le pudenda della Leopolda sono poi coperte da un "chiamami" che completa la satira, riuscitissima, del vignettista del Fatto.
Il renzismo è visto da Mannelli come un do ut des che stavolta ha come obiettivo il "centro", inteso come schieramento politico.
La satira perfettamente riuscita ha per questo suscitato l'ira di Renzi e dei suoi manipolatori che disperatamente cercano di assecondarne le necessità personali, rivendute come politiche.
Tra le tante assurdità con cui i renziani cercano di condannare la vignetta, a seguire ne viene proposta una a caso prelevata dal sito di Italia Viva a firma di Margherita Peretti (vicepresidente Confindustria Basilicata), presidente della Commissione regionale pari opportunità della Regione Basilicata:
"Ancora una volta siamo costrette a dover censurare con forza il linguaggio offensivo e sessista da parte di alcuna stampa che utilizza il corpo delle donne in maniera inappropriata e volgare. La comunicazione dei mass media ha un ruolo molto importante nella veicolazione di messaggi socialmente rilevanti. Troppo spesso, però, il linguaggio e le immagini utilizzate rimandano alla mercificazione del corpo. Uno stereotipo a cui non è più possibile sottostare.La violenza maschile sulle donne è tra le violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo, in molti in questi giorni lo ripetono ripromettendosi di volerla combattere ed invece, proprio oggi a ridosso della giornata internazionale contro l’eliminazione della violenza nei confronti delle donne, un quotidiano nazionale, in prima pagina, ha pubblicato una vignetta che non ha nulla di satira politica. Un’immagine volgare e offensiva per la quale chiediamo una ferma condanna da parte dell’Ordine nazionale dei giornalisti.Ricordiamo che la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, ratificata dall’Italia con legge 27 giugno 2013, n.77 ha impegnato gli stati a ‘incoraggiare i mezzi di comunicazione e i mass media a partecipare all’elaborazione e all’attuazione di politiche e alla definizione di linee guida e di norme di autoregolazione per prevenire la violenza contro le donne e rafforzare il rispetto della loro dignità’. Questo obiettivo riteniamo che non sia stato ancora raggiunto. Un impegno che dovrebbe essere in cima all’agenda politica del nostro Paese perché come sottolineato dall’ultimo rapporto del Grevio la cultura italiana è ancora molto intrisa di discorsi d’odio sessisti, dalla misoginia e dalla tolleranza verso la violenza nei confronti delle donne.Riteniamo, quindi, indispensabile ed indifferibile da parte di tutte le Istituzioni l’impegno quotidiano, costante e serrato volto sia a combattere l’imbarbarimento del linguaggio, che a lavorare sulle questioni di genere in ogni ambito, con azioni quotidiane e di responsabilità".
Evidentemente si è perso il lume della ragione, oppure certe persone credono che tutti lo abbiano perso. Un promemoria per costoro.
Descrivere la realtà facendo ricorso all'ironia è una "cosa" che è stata "inventata" qualche annetto fa, più o meno duemila, per la precisione. L'inventore della satira si chiama Orazio (Quinto Orazio Flacco), nato (vedi un po') in Basilicata nel 65 a.C. (o a.e.c.). Come descriveva la satira Orazio? Un modo per far accettare alle persone la realtà, spesso amara, con qualcosa che potesse essere sopportabile. La similitudine da lui usata era quella della medicina, in genere amara, che il medico, per addolcirla, faceva prendere al bambino cospargendo con del miele il bordo di un cucchiaio.
Fare satira, come si può capire, è cosa antica e lo è molto di più la prostituzione, che ancor oggi continua ad essere praticata sia da uomini che da donne. Lo sanno tutti, persino i renziani che dovrebbero essere al corrente delle proposte di legalizzazione che in ogni legislatura vengono presentate al riguardo.
Adesso i renziani, con il loro "capo" che si è venduto "professionalmente" in qualità di lobbista/consulente ad un noto stragista saudita, si scandalizzano per una vignetta satirica pretendendo che questa sia di natura sessista, equiparabile alla violenza sulle donne?
A questo punto è indispensabile che in Italia si faccia al più presto una legge per condannare penalmente il reato di offesa all'intelligenza, visto che c'è gente che ritiene che gli italiani ne siano completamente sprovvisti.