Save the Children, sostiene l'appello presentato da un gruppo di esperti delle Nazioni Unite al Consiglio per i diritti umani per agire con urgenza nei confronti dell'Iran con riferimento agli eventi accaduti nelle ultime sette settimane, anche istituendo un meccanismo investigativo internazionale durante una sessione speciale.
Dopo la morte di Jina Mahsa Amini, 22 anni, avvenuta il 16 settembre, migliaia di persone hanno partecipato e stanno partecipando in tutto il Paese a manifestazioni durante le quali decine di minori sarebbero stati uccisi, feriti e arrestati.
Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica islamica dell'Iran, Javaid Rehman, ha dichiarato che i minori sono stati colpiti in modo sproporzionato dalle proteste con più di 27 uccisi, scuole saccheggiate e bambini e adolescenti arrestati per aver partecipato alle manifestazioni. Secondo alcune stime il numero dei minori uccisi è arrivato a 40.
Un gruppo di donne leader nel mondo degli affari, della politica e delle arti provenienti da oltre 14 Paesi - tra cui le vincitrici del premio Nobel, Malala Yousafzai e la militante yazidi Nadia Murad - ha chiesto l'espulsione dell'Iran dalla Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne (CSW).
Con la proliferazione di post sui social media diventati virali, la scorsa settimana l'Iran ha dichiarato di aver ordinato un'indagine su video e immagini di violenza da parte delle forze governative contro i manifestanti iraniani.
"Sosteniamo la richiesta di un'indagine internazionale sugli eventi accaduti in Iran nelle ultime sette settimane e l'immediata cessazione della violenza contro le proteste pacifiche. La violenza contro i bambini e ragazzi è inaccettabile e ogni attacco ai diritti delle donne è un attacco ai diritti delle bambine", ha dichiarato il CEO di Save The Children International, Inger Ashing.