Il 24 giugno ha avuto luogo, a Roma, nell'Aula delle Sezioni Riunite della sede centrale della Corte dei conti, alla presenza delle più alte cariche istituzionali, il Giudizio di Parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2021.

L'udienza è stata presieduta dal Presidente della Corte dei conti Guido Carlino. I Presidenti di coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo, Carlo Chiappinelli ed Enrico Flaccadoro, hanno svolto la Relazione in udienza. Ha svolto la sua requisitoria il Procuratore generale Angelo Canale. Per il Consiglio di Presidenza della Corte, ha presenziato il vicepresidente, Prof. Francesco Saverio Marini.


Secondo i dati provvisori relativi all'esercizio 2020, anno in cui è entrato in vigore il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) emergerebbe un netto peggioramento nella qualità dei servizi resi rispetto agli anni precedenti, in gran parte riconducibile all'emergenza sanitaria.

Nel Giudizio di Parificazione del Rendiconto generale dello Stato presentato ieri, la magistratura contabile fa il punto su quanto messo in campo per rafforzare il Ssn da parte del Ministero della Salute e analizza i nodi ancora da sciogliere.

Criticità vengono segnalate nel ritardo di aggiornamento dei Lea, nella riforma della medicina generale e nell'adozione del payback sui dispositivi medici.

Registrati poi pochi progressi sull'assistenza domiciliare e sull'edilizia sanitaria dove ci sono ancora 10 miliardi non spesi. Evidenziati buoni risultati sul Fascicolo sanitario elettronico, Anagrafe vaccinale e aumento borse per contrastare carenza medici.

Nell'esercizio, al di là del dato strettamente finanziario, l'attività del Ministero è stata orientata su più fronti: all'impegno profuso per contrastare il diffondersi della pandemia, si sono affiancate, da un lato, le attività richieste dalla necessità di recuperare i ritardi conseguenti al rallentamento delle attività di assistenza nel 2020; dall'altro, quelle volte a definire il quadro programmatico e le scelte regolamentari necessarie a sfruttare al meglio le opportunità che le risorse messe a disposizione dal Piano di ripresa e resilienza offrono ad una attuazione più rapida della riforma dell'assistenza e dell'ammodernamento delle strutture di ricovero, già da tempo nelle priorità dell'azione del ministero.

Nella prevenzione delle malattie trasmissibili, centrali sono stati i programmi di vaccinazione. Dato il quadro epidemiologico complessivo, ancora caratterizzato dalla circolazione del Covid, alta è rimasta l'attenzione dei programmi di vaccinazione antinfluenzale. Quanto alle vaccinazioni di routine nei bambini e adolescenti, si è cercato di recuperare i ritardi accumulati nel 2020. Rallentamenti che si erano registrati anche nel Piano di interventi contro l'HIV e AIDS. Non ancora pienamente operativo il nuovo Sistema di segnalazione delle malattie infettive (PREMAL), inserito del NSIS, diretto a ottimizzare il flusso informativo relativo a tali fenomeni, onde consentire alle aziende sanitarie locali, alle regioni e province autonome e al Ministero della salute di disporre dei dati necessari per la sorveglianza delle malattie infettive sul territorio nazionale e l'adozione delle conseguenti misure.


Si è proceduto ad un rafforzamento delle politiche di protezione e inclusione per le persone con disabilità definendo le Linee Guida per la certificazione in età evolutiva e attivando il Tavolo permanente per gli interventi per l'autismo. Nonostante le azioni intraprese, si colgono tuttavia ritardi, particolarmente gravi nel caso dei disturbi in età evolutiva, dalla ricognizione aggiornata al 2021 dell'implementazione del Piano di Azioni Nazionale sulla Salute Mentale.

Critiche, infatti, le azioni programmatorie relative alla presenza di indicazioni per gli interventi tempestivi e integrati per i disturbi psichici gravi in adolescenza e all'identificazione precoce delle patologie neuropsichiche e conseguente trattamento. Solo il 50 per cento circa delle Regioni hanno adottato indicazioni per identificare la rete integrata e completa di servizi per la diagnosi, trattamento e riabilitazione dei disturbi neuropsichici dell'età evolutiva. Un numero elevato di Regioni, inoltre, non è ancora adempiente nella realizzazione delle indicazioni relative alla salute fisica del paziente psichiatrico e ai disturbi psichici legati all'invecchiamento.


Aggiornamento Lea ancora al palo. È proseguito il monitoraggio dei LEA per i quali, non è stato finora possibile procedere all'aggiornamento. L'ostacolo è rappresentato dalla mancata approvazione delle tariffe massime. Un provvedimento che, nonostante il lavoro predisposto dagli uffici del Ministero con la comunità scientifica e le Regioni, è atteso ormai da 5 anni. Tale aggiornamento potrebbe consentire una razionalizzazione della spesa (con risparmi consistenti) consentendo anche di finanziare parte delle estensioni.

Peggiora l'erogazione dei Lea. Sono stati diffusi i dati, provvisori, relativi all'esercizio 2020, esercizio in cui è entrato in vigore il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG). Da essi emerge un netto peggioramento nella qualità dei servizi resi rispetto agli anni precedenti, in gran parte riconducibile all'emergenza sanitaria. Sono state pertanto affrontate le problematiche legate all'impatto della pandemia sugli indicatori del NSG e si sta procedendo allo sviluppo di un Sistema dedicato di monitoraggio della capacità di resilienza e ripresa delle regioni nel periodo pandemico.


Riguardo alle misure di razionalizzazione e controllo della spesa, dopo una interruzione dei lavori in corrispondenza del periodo pandemico, nel corso del mese di ottobre 2021 è ripresa l'attività di supporto al Tavolo dei Soggetti aggregatori per sostenere gli interventi di razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi in ambito sanitario. È proseguito il potenziamento delle basi informative sanitarie che alimentano il Nuovo sistema informativo sanitario (NSIS), diretto a consentire di ricostruire a livello nazionale il percorso dell'assistito tra i diversi setting assistenziali. Con l'utilizzo dei dati ad oggi interconnettibili è stato possibile, nel corso del 2021, produrre analisi su specifici percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali.


Più borse per affrontare la carenza di medici. In materia di professioni sanitarie, il processo di ammodernamento della cornice regolatoria per l'accesso al Servizio sanitario nazionale ha subito un rallentamento. L'amministrazione ha dovuto approntare prioritariamente misure volte a rafforzare strutturalmente i servizi sanitari regionali, anche per il recupero delle liste d'attesa, valorizzando le professionalità acquisite dal personale che ha prestato servizio anche durante l'emergenza Covid. P


rogressi significativi sono stati fatti sul fronte della carenza di medici di medicina generale lamentata in molti Comuni, soprattutto, del Nord ampliando ulteriormente il numero di borse disponibili: dalle 1.075 borse del triennio 2017/2020 si è passati a 2.046 per il 2020/2023. Il contingente risulta sostanzialmente raddoppiato nel triennio 2021/2024 anche grazie alle maggiori risorse stanziate nell'ambito del PNRR.


Per quanto attiene alla formazione medico specialistica, nel 2021, ai 13.200 contratti statali finanziati con le risorse del Fondo sanitario nazionale, se ne sono aggiunti ulteriori 4.200 finanziati dal PNRR, per un totale di 17.400 contratti (a fronte dei 13.400 del 2020). Se ciò nel medio periodo consentirà di rispondere meglio alle esigenze di cura, nel breve non potrà impedire che continuino a persistere difficoltà di risposta alle urgenze, come testimoniano i ritardi registrati nei Pronto soccorsi o nel riassorbimento delle liste d'attesa. L'aumento delle borse per medici di famiglia e specialisti pone le condizioni per il superamento del fabbisogno di personale sperimentato nella sua gravità nel corso della pandemia, manca ancora, tuttavia, la maturazione di una modifica degli accessi e un riconoscimento delle professionalità che permetta di trattenerne” e “accrescerne” l'esperienza” nell'ambito delle strutture pubbliche con adeguate prospettive professionali.


Pochi risultati dal potenziamento dell'assistenza domiciliare. Insoddisfacenti sono i risultati ottenuti, per ora, sul fronte dell'assistenza domiciliare, su cui avevano già puntato i provvedimenti assunti per fronteggiare l'emergenza sanitaria (aumento dal 4 per cento al 6,7 della popolazione oltre i 65 anni e dallo 0,15 per cento allo 0,3 di quella inferiore ai 65 anni) e su cui punta anche il Piano di ripresa e resilienza per l'assistenza territoriale.


Pochi progressi investimenti ed edilizia sanitaria. Sul fronte delle spese per investimenti sono limitati i progressi registrati nell'anno nell'attuazione delle misure finanziate dalle leggi di bilancio a partire dal 2018: si tratta fino al 2021 di un totale di 637,7 milioni, di cui ne sono stati impegnati 606,2 e pagati solo 7,8 milioni. Pochi i progressi anche sul fronte dell'attuazione degli Accordi di programma ex art. 20 della legge 67/1988: nel corso dell'esercizio sono stati sottoscritti Accordi con le Regioni Emilia Romagna (+137,2 milioni) e Sicilia (+234,1 milioni); le risorse ancora da utilizzare per la sottoscrizione di tali Accordi sono pari a 10,1 miliardi. Le somme richieste e ammesse a finanziamento sono cresciute nell'anno di soli 200 milioni. Tutti casi che segnalano difficoltà di realizzazione, che possono incidere anche sul complesso sistema di adeguamento infrastrutturale previsto con il PNRR.


Qui è possibile scaricare il documento completo della Corte dei Conti:

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