I giornalisti accreditati al Quirinale, come consuetudine, prima della pausa estiva hanno organizzato la consueta cerimonia della consegna del “Ventaglio” da parte dell'Associazione Stampa Parlamentare al presidente Mattarella.

Nel discorso di rito, Mattarella non si è dimenticato di commentare l'attuale situazione politica in Italia. Lo ha fatto con queste parole:

"Due mesi fa si è conclusa una lunghissima campagna elettorale: regionali, comunali, europee. Questa ha prodotto divergenze, contrapposizioni, forti tensioni, tra le forze politiche e anche all'interno dei confini della maggioranza. Altre campagne regionali si prospettano.Va costantemente tenuto presente che le istituzioni di governo della nostra Repubblica hanno bisogno di un clima che, lungi dalla conflittualità, sia di fattiva collaborazione per poter assumere decisioni sollecite e tempestive. Al fine di assicurare il buon andamento della vita nazionale, in tutte le sue dimensioni: da quella sociale a quella economica.È superfluo ribadire che il Quirinale non compie scelte politiche. Queste competono alle formazioni politiche presenti in Parlamento, necessariamente all'insegna della chiarezza, nel rispetto della Costituzione.Il Presidente della Repubblica è chiamato dalla Costituzione – come è noto, come arbitro – al dovere di garantire funzionalità alla vita istituzionale nell'interesse del nostro Paese".

In pratica, quello di Mattarella è da considerarsi un richiamo al Governo della propaganda e ai rappresentanti delle sue componenti, Lega e 5 Stelle, che oltre a litigare tra loro, adesso - come è stato dimostrato ieri in occasione dell'intervento del premier al Senato per parlare dello scandalo Moscopoli - hanno iniziato a prendersela anche con Giuseppe Conte, reo di essere autore di iniziative personali (come per l'appunto l'intervento di ieri) ritenute inaccettabili da Salvini e Di Maio, che temono che il presidente del Consiglio possa trasformarsi da premier mediatore a premier traghettatore, a capo di una maggioranza trasversale che guidi il Paese a nuove elezioni... dopo un periodo di transizione e normalità istituzionale.

Sarebbe un colpo micidiale per gli arruffapopolo gialloverdi, perché non potrebbero più governare ricorrendo alla propaganda e, a quel punto, gli italiani si accorgerebbero delle mistificazioni di cui finora sono stati fatti oggetto. Nelle urne, una roba del genere avrebbe un effetto devastante per leghisti e pentastellati.

E visto che adesso, sempre di più, nel Governo la situazione è riassumibile in un tutti contro tutti, è difficile credere che questa legislatura possa continuare.


Per correttezza, comunque, va aggiunto che una possibile maggioranza trasversale è al momento alquanto utopica perché non potrebbe fare a meno di un Partito Democratico unito. E su quel versante va segnalata la resurrezione di Matteo Renzi (ammesso che politicamente fosse mai defunto) che in vista di un possibile ritorno al voto si rianima per mettere al centro del partito se stesso e la sua corte di miracolati, per non rischiare di scomparire dalla mappa delle correnti Pd senza esser stato prima lui a decidere di uscirne per fondare un proprio partito... per il quale però non avrebbe ancora numeri sufficienti.


In pratica la solita situazione di caos che caratterizza il nostro Paese: nulla di nuovo sotto il sole.