Nella mattinata di lunedì, l'attività del Governo era proceduta normalmente,  con il confronto sul Recovery Plan con le associazioni di categoria delle attività produttive, che aveva coinvolto  Confindustria, Confapi, Confimi Industria e Unimpresa. In serata, è invece arrivato l'annuncio delle dimissioni del premier Giuseppe Conte con la seguente nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri:

"È convocato per martedì 26 gennaio alle ore 9 il Consiglio dei Ministri nel corso del quale il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, comunicherà ai ministri la volontà di recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. A seguire, il Presidente Conte si recherà dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella".

Contemporaneamente, rivestito per l'occasione con giacca e cravatta, stavolta senza contorno di principesse e frittate, il leader dell'opposizione Matteo Salvini chiedeva di tornare al voto:


Più o meno nello stesso istante l'alleata Giorgia Meloni, colpita da un'improvvisa amnesia che le ha fatto dimenticare le peripezie di cui è stata protagonista con i governi di centrodestra, dichiarava:

"Bollettino Lunedì 25 gennaio:

  • L’Italia rischia di essere esclusa dai giochi olimpici di Tokyo 2021.
  • Le imprese sono in ginocchio e i ristoratori manifestano in piazza.
  • L’Europa bacchetta l'Italia per i ritardi sul Recovery Fund.
  • Emerge un buco da quasi 16 miliardi di euro nei conti dell'Inps.
  • Un milione e duecentomila lavoratori sono ancora in attesa della cig che non arriva.

Cosa fa il Governo davanti a tutto questo? Passa l’intera giornata a occuparsi di beghe di Palazzo. Conte sì, Conte no, Conte ter. Dimissioni sì, dimissioni no, dimissioni domani. L'Italia non si merita questo schifo".

Dalla parte della maggioranza, si registra la dichiarazione del Movimento 5 Stelle (a firma dei capigruppo di Camera e Senato, Davide Crippa
 ed Ettore Licheri) in cui si fa presente che il ritorno alle urne potrà essere evitato solo nel caso di un terzo governo Conte:

"Il passaggio per il cosiddetto Conte ter è ormai inevitabile ed è l'unico sbocco di questa crisi scellerata. Un passaggio necessario all'allargamento della maggioranza.Noi restiamo al fianco di Giuseppe Conte, continueremo a coltivare esclusivamente l'interesse dei cittadini, puntiamo a uscire nel più breve tempo possibile da questa situazione di incertezza che non aiuta.Dobbiamo correre sul Recovery, seguire il piano vaccinazioni, procedere immediatamente ai ristori per le aziende più danneggiate dalla pandemia.  Il MoVimento c'è, ed è pronto a fare la sua parte".

La posizione del Partito Democratico, che evidentemente insieme agli alleati sta pilotando la crisi in tal senso, è espressa dal segretario Nicola Zingaretti:

"Con Conte per un nuovo governo chiaramente europeista e sostenuto da una base parlamentare ampia, che garantisca credibilità e stabilità per affrontare le grandi sfide che l’Italia ha davanti".

Silenzio, invece, da parte di Matteo Renzi, che probabilmente sta cercando di contattare Joe Biden per avere indicazioni sulle prossime mosse da compiere, e da Italia Viva, a parte le ormai ripetitive (e ossessive) dichiarazioni della ex ministra Teresa Bellanova che da giorni ripropone in tutte le salse gli stessi contenuti.

Parafrasando un vecchio film di Scola, adesso ci si può chiedere: riuscirà il nostro eroe a ritrovare la presidenza improvvisamente scomparsa a Palazzo Chigi? Conte domattina incontrerà Mattarella vestito da Papa e quando uscirà indosserà l'abito da cardinale. Naturalmente, il presidente Mattarella gli assegnerà il reincarico per formare un nuovo governo, anche se non è ancora chiaro se ci saranno consultazioni con i vari partiti... 

In ogni caso, in queste ore inizierà il mercato per contrattare incarichi da ministro, viceministro e sottosegretario e allargare il consenso ad un nuovo esecutivo, evitando un ritorno alle urne. E Matteo Renzi, che ha voluto tutto questo per avere più potere nel controllo dei fondi del Ricovery Plan, riuscirà a rientrare dalla finestra dopo essere uscito sbattendo la porta? Se rimanesse fuori dal prossimo esecutivo, per lui sarebbe una tragedia, perché non avrebbe ottenuto nulla, rischiando anche di essere spazzato via in caso di voto. I suoi parlamentari se ne rendono conto e, per tale motivo, non sono escluse sorprese nelle prossime ore.

Cosa abbia a che fare tutto questo con la politica con la P maiuscola è inutile e persino imbarazzante chiederselo, ma è la logica conseguenza del fatto di avere una legge elettorale che non garantisce la rappresentatività di un collegio da parte dei singoli parlamentari. Per questo, gli elettori sono "usati" al momento del voto, per poi essere messi da parte e dimenticati fino alla prossima volta. 

Non lamentiamoci però di quello che stiamo vedendo. Andando comunque a votare, siamo noi italiani a permettere che accada.