"Il miglioramento del livello generale delle condizioni di salute e la salvaguardia dello stato di benessere psico-fisico della popolazione costituiscono un risultato importante sotto il profilo del soddisfacimento dei bisogni sanitari. Inoltre, presenta risvolti positivi anche in termini di contenimento della spesa sociale. Tuttavia, il mantenimento degli standard qualitativi raggiunti rende indispensabile affrontare il tema della sostenibilità dei costi del sistema sanitario pubblico in presenza di livelli di finanziamento condizionati dai vincoli di bilancio e dal rispetto degli impegni assunti dall’Italia in sede comunitaria.Ciò richiede che si prosegua nell’azione di consolidamento e di rafforzamento delle attività di monitoraggio dei costi e della qualità delle prestazioni erogate nelle diverse articolazioni territoriali del SSN, in coerenza con l’azione svolta negli anni. Negli ultimi venti anni, in particolare, il SSN è stato interessato da importanti interventi di riforma che, gradualmente, hanno delineato un articolato sistema di governance, che ha consentito di migliorare l’efficienza del settore, anche attraverso un’analisi selettiva delle criticità, fermo restando il principio della garanzia del diritto alla salute costituzionalmente garantito.L’esperienza in tale ambito, ha mostrato che esistono margini di efficientamento e di razionalizzazione del sistema che possono essere utilmente attivati per far fronte agli effetti dell’invecchiamento della popolazione garantendo la qualità e l’universalità dei servizi erogati".

Questo il commento della Ragioneria di Stato ai 129,2 miliardi spesi dall'Italia nel 2022 per la sanità, cui vanno sommati altri 40 miliardi di spesa aggiuntiva  per arrivare alla cifra di quasi 170 miliardi. 

In aumento la spesa per reddito da lavoro dipendente (+2,4%), la spesa farmaceutica diretta (+10,4%),  risultano stabili i consumi intermedi (+0,3%), lieve crescita per la farmaceutica convenzionata (+1,3%) e in calo la spesa per l’assistenza per la medicina convenzionata (-1,9%). Continua a salire la spesa per gli acquisti di prestazione dal privato (+1,9). Male i conti delle regioni che vedono aumentare il disavanzo (ante copertura) a 1,4 miliardi di euro.