Crisi della scuola e sapere... italiano e universale. Una cultura iperspecializzata tanto specializzata... che preclude parecchie branche lavorative a causa del suo impianto troppo settoriale.

Agli inizi del 20 secolo ci fu un parallelo non simile, né uguale, ma affine. Il successo del secondo positivismo ottocentesco era ormai sul viale del tramonto. Fiducia nell'eterno valore salvifico della scienza e della  curva ascendente delle scienze fisiche e  naturali, simboleggiate dal darwinismo applicato a tutti i settori della vita ed economia. Ma tutto è giunto al termine.

I dipinti di Redon, dell'arte visionaria e le correnti letterarie dell'estetismo decadentista alla Oscar Wilde, e la nuova musica modello Debussy, testimoniano la tensione spirituale e ideologica che sta esplodendo. L'uomo non può essere ridotto a una sezione aurea matematica, a un ingranaggio delle fabbriche vittoriane sotto pressione.

Così, finiscono gli ottimismi e il futuro roseo che tutti prevedevano. E inizia l'autocritica. Si passa a Nietzsche e la rivalutazione del vitalismo, dinamismo degli istinti liberatori dell'uomo, rivolta contro la borghesia materialista che ha creato il diciannovesimo secolo. E si sfocierà nel parossismo dell'irrazionalità, con i culti della violenza, nazismo e fascismo. Ma in questo dramma storico sociale, la figura di Roerich spicca per originalità e distacco dalle convenzioni del tempo.

Uomo di virtus culturale onnicomprensiva, modello vecchia Europa sia occidentale che orientale accumulatrice e trasmettitrice di saperi, sul modello aristoteliano e benedettino. L'esplorazione di nuove frontiere, sia mentali che sopratutto geografiche, con i suoi viaggi nell'estremo oriente . La mitizzazione in forma immaginifica, ma positivamente mistica delle esplorazioni appunto fatte ai confini del mondo considerato.

Rielaborato in forma fiabesca e surreale nella narrazione letteraria e pittorica, ma affascinante e trascinante sul tema dei diversi e lontani ed estranei dal vivere comune quotidiano standardizzato dell'Europa in crisi di deriva psicosociale. E in ultimo, la sua vera grandezza. Aver rielaborato il tutto non nelle forme iperviolente del Demone delle masse gassettiano e del sinistro hitleriano di Junger, gli oscuri presagi dei seminatori d'odio dei totalitarismi che si avvicinavano.

Ma in un vero pacifismo, in una vera filosofia della libertà sveicolata dai dogmi e basata sul reale concetto di amore universale e olistico, lontano quindi dalle tentazioni mistiche tendenti però a forme di irrazionalismo di suoi contemporanei come la Blavatskij o Olcott. In sintesi, ha sviluppato le tensioni di inizio 900 in un razionalismo idealista e umanitario, pur nel suo carattere immaginifico. Creando così l'uomo di scienza e lettere universale, alfiere di una reale umanità futura positiva evoluta.

Nella crisi del decennio 2020,che riavvicina le atmosfere di inzi 900,non si potrebbe, almeno in piccola parte, prendere esempio da Nikolaj Roerich?