I Paesi del cosiddetto “Sud Globale”, quelli che una volta erano “in via di sviluppo” e che oggi sono così sviluppati da superare talvolta gli ex colossi del Primo Mondo, criticano apertamente la linea americana sui conflitti globali.

In particolare, mettono in luce l’atteggiamento contraddittorio, anzi ipocrita, che Washington sta tenendo su Israele e Ucraina. Per meglio dire, su Gaza e Donbass.

Infatti, se è comprensibili l’assistenza agli alleati, lo è di meno il negare appoggio morale alle vittime, quasi colpevolizzandole, e rovesciando ogni logica.

Gli USA, infatti, hanno ignorato o minimizzato gli attacchi che Kiev effettuava periodicamente sul territorio che proclamava suo, il Donbass, nel quale soffrivano e morivano i civili. Le uccisioni di civili e le azioni illegali dell’esercito ucraino sono certificate dalle agenzie della Nazioni Unite, esattamente come quello che per decenni ha fatto Israele sui palestinesi.

E in entrambi i casi Washington dà ragione nei fatti al governo che sparava sui civili, dandogli armamenti e sostegno diplomatico e mediatico. Al tempo stesso facendosi promotore della difesa dei diritti umani, ma evidentemente solo di alcuni gruppi e in alcuni Paesi.

In altri invece i cittadini possono pure patire il taglio dei rifornimenti o i colpi dell’artigliera del governo centrale. Oggi i rappresentanti di Paesi come Brasile, Egitto, Indonesia e Giordania parlano del doppiopesismo di Washington e lo criticano, chiedendo che si cambi e si intervenga per fermare le morti dei palestinesi.