Paragonabili in esasperazione alle recenti proteste olandesi, gli agricoltori irlandesi si sono riuniti per opporsi all'imposizione di quote di azoto, poiché il governo irlandese sembra pronto a iniziare l'abbattimento di massa del bestiame per raggiungere gli obiettivi ambientali.

Circa 2.000 agricoltori e sostenitori irlandesi si sono riuniti nella città di Bandon nella contea di Cork la scorsa settimana per protestare contro l'imposizione di nuovi rigorosi standard di emissione di azoto. Questo è l'ultimo segno che il malcontento agricolo si sta diffondendo in tutta Europa a seguito di eventi simili nei Paesi Bassi.

Gli agricoltori si oppongono a una raccomandazione dell'Agenzia irlandese per la protezione dell'ambiente di ridurre da 250 kg a 220 kg la quantità di azoto consentita per ettaro di terreno utilizzato per l'allevamento lattiero-caseario. La proposta è attualmente in fase di revisione da parte della Commissione europea.

La mossa è vista come l'estremità sottile del cuneo dagli agricoltori mentre la Repubblica cerca di macellare 65.000 mucche all'anno per soddisfare gli obblighi sui cambiamenti climatici. La riduzione proposta dovrebbe avere un enorme tributo finanziario sui margini di profitto già sottilissimi, con alcuni esperti che prevedono un crollo del 29% della redditività per alcuni.

Gli ambientalisti sostengono che i tagli sono necessari per proteggere la qualità delle acque sotterranee dall'eccessivo contenuto di nitrati. Lo stallo è stato stranamente simile alle recenti proteste che hanno preso d'assalto i Paesi Bassi e hanno portato all'emergere del populista BBB Farmer's Movement come la più grande forza politica del paese.

La rabbia per la protesta era diretta al sempre più impopolare Irish Green Party e presentava membri scontenti del partito di governo Fine Gael allineato al PPE. Un portavoce degli agricoltori, Conor O'Leary, ha descritto un "profondo senso di frustrazione" tra gli agricoltori che ritengono che le normative ambientali li stiano già spingendo al limite.

Si ritiene che il Dipartimento irlandese dell'Agricoltura stia tentando di disinnescare la controversia cercando modi alternativi per ridurre il contenuto di nitrati, in consultazione con la Commissione europea, per mitigare il colpo sugli agricoltori.

Gli agricoltori irlandesi hanno gettato con successo una chiave nei lavori dell'accordo commerciale UE-Mercosur nel 2019 a causa dei timori che il mercato europeo potesse essere inondato di prodotti a basso costo per la carne bovina sudamericana e hanno recentemente rotto i ranghi con il governo sulla legge sul ripristino della natura e sugli austeri obiettivi climatici.

La protesta in Irlanda si verifica in un momento di crescente malcontento agricolo sui tentativi di ridurre la produzione alimentare europea e l'agenda verde di Bruxelles in conflitto con gli interessi degli agricoltori e dei consumatori in un momento di inflazione in aumento.

In Irlanda, il malcontento agrario è principalmente incanalato nel sostegno degli indipendenti rurali e del partito populista di sinistra Sinn Féin con agricoltori che rappresentano un blocco piccolo ma politicamente potente all'interno della politica irlandese.

La crescente insoddisfazione tra gli agricoltori ha provocato uno spostamento retorico all'interno del PPE e di molti partiti europei di centro-destra, portando molti esperti a credere che l'ondata di rabbia agricola potrebbe avvantaggiare i partiti di destra nelle elezioni europee del prossimo anno.