L’Unione europea ha inviato all’Italia l’ultimo avviso prima della sanzione per l’emergenza smog. Al nostro Paese chiede di ridurre senza ulteriori indugi le emissioni di PM10 e indica tra le aree di maggiore rischio la pianura padana e in particolare la Regione Lombardia, che ha più abitanti, più traffico e la maggior presenza di impianti industriali del nord Italia.
Ancora una volta dobbiamo evidenziare che sullo smog Maroni non ha fatto nulla per quattro anni: se l’Italia sarà condannata il governatore lombardo si assumerà una bella fetta di responsabilità.
Maroni e la sua giunta non hanno avuto la volontà di affrontare il problema con le decisioni e la serietà che merita. Hanno invece scaricato il problema sui sindaci che hanno poteri molto limitati e che nulla possono fare senza un coordinamento regionale. Maroni si è inoltre sempre giustificato con il piano regionale per l’inquinamento dell’aria, il PRIA, approvato definitivamente dopo una lunga gestazione nel 2013.
Il Pria contiene novantuno misure antismog di cui pochissime sono quelle finora attuate e anche queste senza grande efficacia, come dimostrano i risultati dei due monitoraggi condotti sull’attuazione del piano.
Il piano regionale va rivisto, ma senza una forte volontà politica il problema smog non potrà essere risolto. In ballo c’è la salute dei cittadini: come ci ricorda la Commissione europea, 66mila italiani muoiano ogni anno per problemi legati all’inalazione delle polveri sottili.