"Cari fratelli e sorelle, Ancora una volta il mio pensiero va a quanto sta accadendo in Israele e in Palestina. Sono molto preoccupato, addolorato, prego e sono vicino a tutti coloro che soffrono, agli ostaggi, ai feriti, alle vittime e ai loro familiari. Penso alla grave situazione umanitaria a Gaza e mi addolora che anche l'ospedale anglicano e la parrocchia greco-ortodossa siano stati colpiti nei giorni scorsi. Rinnovo il mio appello affinché si aprano degli spazi, si continuino a far arrivare gli aiuti umanitari e si liberino gli ostaggi.La guerra, ogni guerra che c'è nel mondo – penso anche alla martoriata Ucraina – è una sconfitta. La guerra sempre è una sconfitta, è una distruzione della fraternità umana. Fratelli, fermatevi! Fermatevi!Ricordo che per venerdì prossimo, 27 ottobre, ho indetto una giornata di digiuno, di preghiera e di penitenza, e che quella sera alle ore 18.00 in San Pietro vivremo un’ora di preghiera per implorare la pace nel mondo".
Queste le parole di Papa Francesco dopo l'Angelus del 22 ottobre. Un appello, l'ennesimo, che come gli altri non avrà alcun effetto.
Crediti immagine: la chiesa ortodossa di San Porfirio a Gaza, distrutta dai raid israeliani