Dopo la sorprendente svolta leghista, premiata con il ministero della Funzione pubblica, l'avvocata Bongiorno che ha costruito la propria immagine difendendo presunti innocenti in processi che hanno fatto scalpore, a partire da quello Andreotti fino a quello Sollecito, e che sul dubbio ha correttamente costruito la propria carriera, adesso è diventata decisionista e certissima delle sue opinioni.

L'ultima, in ordine di tempo, riguarda il delitto di Desirée Mariottini. Secondo la ministra Bongiorno non ci sono dubbi sulla responsabilità, indiretta, per quanto accaduto, come ha dichiarato in una intervista a La Stampa:

«Una certezza l’abbiamo: il contesto di degrado in cui si è svolto l’omicidio. San Lorenzo è un quartiere abbandonato, senza controllo del territorio. Esiste purtroppo a Roma un problema di zone franche. Di questa situazione è oggettivamente responsabile chi fa il sindaco


Un affondo politico che non lascia spazio a diverse interpretazioni e che Di Maio, ieri, aveva già cercato di arginare attribuendo invece la responsabilità del delitto a problematiche di carattere generale su cui un sindaco non ha diretto controllo: "il sistema immigrazione, il sistema accoglienza, il sistema della pubblica sicurezza, il sistema degli alloggi, il sistema della lotta all'abusivismo."

Ma, non dimentica del suo passato, la Bongiorno concede alla Raggi due attenuanti.

«La prima è che si deve occupare di una realtà estremamente vasta; la seconda che eredita una situazione complicata. Ma so per esperienza di penalista che l’illecito prolifera dove non c’è la presenza dello Stato.»


Ma poi si arriva alla sostanza del tutto, trasformare il fatto di cronaca in un ritorno di consenso.

«In un video ho sentito qualcuno dire a Salvini "vieni e liberaci", come se volessero liberarsi da un oppressore. Hanno riconosciuto una istituzione che ha dimostrato di credere nella legalità.»

E naturalmente la Bongiorno non si tira indietro neppure sulla possibilità che la Lega possa insediarsi al Campidoglio.

«Questo tipo di Lega può piacere al Sud come al centro Italia, a persone che non vogliono più sentir parlare solo di diritti, ma anche di doveri. Ormai lo schema non è più destra o sinistra, ma chi crede nella necessità delle regole e della legalità e chi no.»

Infine, la Bongiorno smentendo l’ipotesi che potrebbe essere lei, in futuro, la candidata della Lega per la Capitale, dà il colpo di grazia alla sindaca Raggi.

«Sono impegnata 24 ore su 24 come ministro. Esaurita questa esperienza, torno a fare l’avvocato. A Roma, ho il privilegio di vivere in centro, e anche lì sta cominciando il degrado. Se e quando parlo di Roma è perché la amo, è la città in cui voglio far crescere mio figlio. E vorrei calpestare marciapiedi puliti ed evitare di avere in studio avvocati che arrivano ogni settimana ingessati per le cadute nelle buche.»

Per fortuna che la Bongiorno è una ministra dello stesso Governo di cui fa parte il Movimento 5 Stelle e non un membro dell'opposizione, perché altrimenti non si sa quali e quante altre critiche avrebbe potuto elencare contro Virginia Raggi. Questa intervista va considerata come un primo segnale di sbandamento nella maggioranza?