E infine, la piccola ma non tanto Basilicata, con riguardo all'opposizione ai moti risorgimentali e al brigantaggio. Prima una presentazione, però, di quella che fu, e per molti ritorna ad essere, la Lucania. Lucus, luce o lupo? L'origine del nome è già controversa, come d'altronde quella dell'Italia (terra dei vitelli o terra del tramonto?). Le origini si perdono nella notte dei tempi, greci e romani vi hanno imperversato e lasciato cospicue tracce, Pitagora e Metaponto; poi i Longobardi a Venosa (non erano solo a Mantova e dintorni, con buona pace di Gianni Brera). E i normanni. Federico Secondo la amò, vi stabilì quartier generale con castelli a Lagopesole e Melfi, qui uscirono le tavole melfitane, la nostra Magna Cartha italiana ignorata per secoli, con il fido Pier Delle Vigne, che, sospettato di tradimento, si uccise, immortalato da Dante.
Seguirono secoli bui, sotto i padroni di turno, e spagnoli o francesi, davvero il detto si capovolge: Franza o Spagna, mai se magna, nemmeno il minimo indispensabile per sopravvivere. Parliamo al presente, è durata fino all'ultima guerra. La malaria falcidia i piccoli, i possidenti si interessano solo dei ricavi attraverso i crudeli "soprastanti", i fattori che controllano dalle loro cavalcature: sono del posto, gli uni e gli altri, ma a volte di regioni limitrofe: sud contro sud, come piccoli regni africani. E i contadini non hanno di che pagare l'affitto della terra, sono carichi di debiti e vivono aspettando la morte.
Così si arriva all'ottocento e alla speranza risorgimentale. Rimase delusa, si dice. Emersero le figure dei briganti: un ex militare borbonico, Carmine Crocco, o il famoso Ninco Nanco; gente feroce, che scorrazzava a cavallo, seguiti dalle passionarie compagne e i figli e i fedelissimi.
"Per le plebi meridionali il brigante fu assai spesso il vendicatore e il benefattore: qualche volta fu la giustizia stessa. Le rivolte dei briganti, coscienti o incoscienti, nel maggior numero dei casi ebbero il carattere di vere e selvagge rivolte proletarie. Ciò spiega quello che è accaduto tante volte di constatare; il popolo delle campagne meridionali non conosce assai spesso nemmeno i nomi dei fondatori dell'unità italiana, ma ricorda con ammirazione i nomi dell'abate Cesare e di Angelo Duca e dei loro più recenti imitatori". Francesco Saverio Nitti.
Se piace pensare che il brigantaggio sia stato una reazione allo sfruttamento savoiardo del sud, lasciamo senz'altro via libera a queste vie interpretative, perché c'è molta verità. Nulla cambiò. Lo apprendiamo dalla poesia in prosa di Carlo Levi in "Cristo si è fermato a Eboli" o dalle narrazioni dell'attività del poeta e attivista socialista prematuramente scomparso , originario di Tricarico, Rocco Scotellaro (cfr L'Uva puttanella).
Latifondismo era e rimase; non si erano mai pagate tasse, si dovette iniziare; i privilegi ecclesiastici furono colpiti non per redistribuire ricchezza, ma per rivenderli alle oligarchie che si erano schierate con i nuovi occupanti piemontesi; venne istituita una lunga leva obbligatoria. Dunque le masse simpatizzarono per i rivoltosi in mantello e cappellaccio, anch'essi però manovrati da Francesco II. Si pensa forse ad un entusiasmo contadino? Si sbaglia. Opere più moderne come i films ( cfr "I Basilischi", Lina Wertmuller, 1962; stesso anno, "Anni facili" di Luigi Zampa,) mostrano una Basilicata scettica, distante, disillusa ancor prima di cominciare.
Parliamo dei territori più cupi o infertili ,quelli dove il brigantaggio era reso possibile dalla natura boschiva o dove le argille impietose non permettevano che scarsi raccolti di mera sussistenza e la rabbia montava. Esiste una Lucania gioiosa e pre marina, o marinara, dove l'aria del Mediterraneo si allunga e allarga i cuori, ma lo spirito del tempo era quello che descriviamo: una plebe oppressa e sarcastica.
Del fenomeno si sono occupati storici di tutto il mondo, Carmine Crocco venne accostato a Robin Hood. In qualche caso l'ansito genuinamente rivendicativo esisteva, in altri si trattava di cosche di delinquenti comuni; ciò offrì il destro al nuovo governo per repressioni ed eccidi; il tessuto locale di borghi e masserie spesso decadde o fu direttamente distrutto per la repressione, frutto di leggi speciali (ricordate, a cicli lo chiamano terrorismo); la frattura definitiva fra sud e nord fu consumata.
Ci penserà la grande industria di stato a richiamare i fratelli meridionali nelle fabbriche del nord, ma la "meglio gioventù", già falcidiata dalle convocazione della grande guerra, prenderà il volo.
L'hanno chiamata "questione meridionale": è una questione nemmeno irrisolta, piuttosto neppure affrontata. Mussolini fece , sì, bonificare terre e costruire edifici in gloria del nuovo regime, ma poco cambierà, fino all'avvento dei benfici da piano Marshall, che hanno lasciato la moderna "Basilicata" terra di sfruttamento: attualmente, delle compagnie petrolifere, o delle ditte che vi gettano scorie nucleari (vedasi rivolte di Scanzano; o su FB, gruppi sorti a difesa del territorio), il nuovo business per il sud del Mondo, che comincia sotto Roma, prima che in Africa.
Nulla resta della vocazione meridionale: agricoltura - ora in mano ai caporalati che sfruttano l'immigrazione per produrre in quota UE senza che una Lega sud difenda il prodotto; il turismo - non c'è competizione con posti come Grecia e Spagna, che ne hanno fatto business conclamato; né le nuove energie - vedasi lo scandalo dell'eolico in Calabria.
Tutto cambia perché tutto resti come prima, per dirla alla Fabrizio Salina: sotto gli occhi ciechi dei castelli e delle abbazie, tra paesaggi naturali mozzafiato che molti non conosceranno mai. Poteva riuscire una rivoluzione dal basso? Il potente può essere sconfitto solo da chi lo è di più: e quest'ultimo ha le sue ragioni, che quasi mai coincidono con quelle del popolo.
Ma dal film del 2010 "Basilicata Coast to Coast" emerge un altro spaccato: quello di una tradizione di brigantaggio visto come una "ribellione senza causa", tenuta viva dalla popolazione locale che lo rappresenta nelle feste e sui palchi delle commedie al'aperto; e forse ci suggerisce che il nostro Sud era destinato a farsi anima libera e non terreno di conquista.