I media di tutta Europa hanno dato grande risalto al risultato elettorale delle politiche tenutesi domenica in Ucraina.

Il motivo? Perché come nuovo presidente alla guida della nazione, almeno della parte che non è controllata dalla Russia, è stato eletto Volodymyr Zelensky, un attore comico la cui unica esperienza politica è stata quella di recitare in una sitcom tv il ruolo del presidente.

Zelensky si è imposto sul presidente uscente Petro Poroshenko, conquistando i 2/3 dei voti, mentre il suo rivale non è andato al di là di un 25%.

Un comico alla guida di una nazione fa notizia... ancora oggi. Eppure gli Stati Uniti, all'inizio degli anni 80', hanno nominato presidente Ronald Reagan, ex attore di Hollywood e nel 2016 un imprenditore che della comicità, seppure indiretta e involontaria,  ha fatto il proprio cavallo di battaglia.

E poi, perché guardare all'estero quando possiamo avere un esempio analogo in casa nostra? Le ultime politiche sono state stravinte da un partito fondato e "guidato" da un comico genovese, i cui parlamentari sono controllati da una pseudo piattaforma informatica, gestita da un'azienda che lavora(va) alle sue dipendenze e che, adesso, stabilisce il grado di ortodossia politica di attivisti e "portavoce" decidendo, tramite dei voti che nessun organismo terzo verifica, chi sia o meno degno di rappresentare il "MoVimento". 

No... non c'è alcun motivo per cui dovremmo stupirci di quel che accade in Ucraina.