Le elezioni politiche del 4 marzo 2018, a causa di una legge elettorale pessima, hanno creato un paese spaccato a metà. Dopo le elezioni, le cosiddette forze politiche hanno trovato un accordo di massima, con l'accordo di maggioranza tra Movimento 5 Stelle e Lega Nord, dopo un lungo periodo di tira e molla.

Le prime cose che questo governo in carica avrebbe dovuto mettere in pratica dovevano essere: l’abrogazione della Legge Fornero, l’abrogazione degli studi di settore, l’abrogazione dello spesometro, la riduzione delle imposizioni fiscali mediante una Flat Tax, al fine di dare respiro alle aziende italiane e ai lavoratori autonomi, in modo tale che l’economia italiana cominciasse a riprendersi.

Una boccata d'ossigeno dopo anni bui che hanno portato il Paese al declino quasi totale, da cui si sono salvati solamente: imprese bancarie (grazie al denaro dei contribuenti italiani) e imprese di dubbia moralità che hanno ricevuto denaro da banche compiacenti, messe in crisi da crediti inesegibili in toto o in parte... i famosi NPL.

Ma da quanto finora messo in moto da questo Governo, si vede in modo pacifico che tutto quello che doveva fare (vedi elenco sopra) è stato posticipato a data da destinarsi. Persino l’abrogazione dei vitalizi adesso trovano ostruzionismo da parte di Palazzo Madama, a causa del Presidente di quell'Aula.

Forse questo paese è impossibile cambiarlo, almeno fino a quando non saranno modificate le norme costituzionali. I nostri rappresentanti politici ci vogliono far credere che il nostro è uno Stato democratico e di diritto, mentre in realtà è uno Stato "direttoriale". Quando i cittadini sono chiamati a votare, eleggono solamente un organo Costituzionale (Parlamento), poi è il Parlamento a nominare i membri degli altri organi Costituzionali (Corte Costituzionale, Presidente della Repubblica e Governo) e quelli di rilevanza Costituzionale (Consiglio Superiore della Magistratura, il Governo della Magistratura).

Prendiamoad esempio la magistratura. La Carta Costituzionale prevede che i Giudici siano soggetti soltanto alla Legge. Ma coloro che svolgono questi ruoli giudicanti sono essi stessi i primi a violare le norme di legge, come si vede spesso nei procedimenti civili, dove non applicano mai l’art. 81 disp. Att. Cpc... anzi se ne disinteressano del tutto. Inoltre, non hanno nessuna competenza nelle materie che devono giudicare e ci si chiede se ne abbiano in altre... con quale metro di giudizio giudicano?

Infatti, le loro decisioni (sentenze) non sono mai motivate dalle norme di diritto ma vengono fatte su base di idee personali che nulla hanno a che vedere con le leggi vigenti, solamente la Corte di Cassazione motiva le sue decisioni con le norme di diritto.

La Carta Costituzionale prevede che, i giudici siano inamovibili. In base al suddetto articolo della Costituzione i giudici non si possono licenziare. Pertanto i cittadini devono obbligatoriamente tenersi questi giudici anche se fanno male il proprio lavoro. Per fare una similitudine con la sanità, un paziente dovrebbe esser costretto, coercitivamente, ad andare sempre dallo stesso medico che gli è stato assegnato, anche se questo lo cura nel modo sbagliato, fino a quando non muore. L’altro aspetto di maggior rilievo è che al cittadino, negli uffici giudiziari, gli viene negato il diritto alla difesa, come previsto nell’art. 24 della Costituzione per potersi difendersi è costretto, coercitivamente, a munirsi di un avvocato; questo perché sussiste un sodalizio tra avvocato e giudice, il primo difende le incapacità del giudice e il secondo difende a spada tratta i compensi degli avvocati.

Recentemente, l’ISTAT ha diffuso i dati sull’occupazione italiana con 23 milioni di persone che lavorano. Se sottraiamo i 6 milioni di dipendenti pubblici, rimangono 17 milioni di italiani che lavorano nel privato. Questi lavoratori privati mantengono, in base all'art. 53 della Costituzione, 6 milioni di dipendenti pubblici. Inoltre, i cittadini che lavorano nel privato hanno, per la stragrande maggioranza, contratti a tempo determinato oppure contratti a breve termine, percependo stipendi solo da seicento a mille euro mensili.

Per cambiare l’Italia occorre cambiare la Cosatutuzione affinché i cittadini eleggano tutti gli organi Costituzionali direttamente, per avere un vero Stato democratico e di diritto, rivoluzionando così anche il sistema giudiziario, introducendo persone altamente qualificate e competenti nelle materie da giudicare.

Cambiare le leggi del sistema bancario. Cambiare il sistema sanitario, affinché tutti possano accedervi, dopo che in questi anni abbiamo assistito ad un sempre maggior ricorso alla spesa privata, ma solo per chi se la può permettere.

Per cambiare il Paese Italia è necessario cominciare a costruire, ristrutturare tutto quelle parti del territorio che stanno andando in pezzi per una mancata manutenzione ordinaria.

Se queste piccole cose non verranno fatte è difficile che l’Italia possa cambiare, altrimenti, se dovesse cambiare, potrebbe farlo solo in peggio.