Politica

Il biennio Meloni nell'ombra del ventennio

Per mettere in atto il proprio insensato, propagandistico e costosissimo piano di deportazione di qualche decina di migranti in Albania, la (post) camerata Giorgia Meloni, tramite un emendamento presentato dalla sua maggioranza, vuole attribuire la competenza sulla convalida dei trattenimenti alle Corti d'Appello, con il risultato di sovraccaricare di lavoro uffici già di per sé oberati.

Secondo il Comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati, il ritorno al doppio grado di merito sui richiedenti asilo metterà in ginocchio le Corti territoriali che dovranno esprimersi, in tempi rapidissimi, su decine di migliaia di procedimenti.

In un documento approvato all'unanimità, il Comitato denuncia le polemiche messe in atto nelle ultime settimane da parte del governo nei confronti dei magistrati, definendolo

"un attacco alla giurisdizione, strumentale a screditare la magistratura per preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo di legalità affidato dalla Costituzione alla magistratura. È prerogativa della giurisdizione l'interpretazione delle leggi, tenendo conto della gerarchia di valori espressa dalla Carta Costituzionale tra i quali i principi di primazia del diritto europeo e di separazione dei poteri. Agli attacchi sono seguite operazioni di indebita ricostruzione della vita privata dei magistrati autori di quelle decisioni finalizzate a selezionare e rendere pubbliche scelte personali ritenute correlate ai provvedimenti adottati. Il linciaggio mediatico cui un certo giornalismo si è prestato, ha colpito i giudici e la loro naturale tensione a decidere liberi dalle proprie convinzioni e passioni: scrutare la vita delle persone, riportando le loro vicende intime, del tutto prive di rilevanza pubblica, è condotta non in linea con l'etica giornalistica".

Ma in un regime (post) fascista di queste cose non c'è da stupirsi... ne sono l'essenza. Quel che è incredibile è il voler pretendere da parte di alcuni che quello di Meloni sia un governo "normale".

A ulteriore dimostrazione del clima da ventennio che grava sul Paese è anche l'iniziativa delle consigliere laiche del Csm, la leghista Isabella Bertolini e la fratella d'Italia Claudia Eccher, che hanno chiesto l'apertura di una pratica alla prima Commissione e alla Procura generale della Cassazione affinché siano valutati eventuali profili disciplinari a carico del segretario di Magistratura Democratica, Stefano Musolino.

Le due rappresentanti dell'estrema destra hanno definito la partecipazione di Musolino come relatore ad un evento dell'associazione "No Ponte" da interpretare come "avente una spiccata connotazione anti governativa, riguardante - tra gli altri argomenti - il ddl sicurezza".

Le (post) bcamerate Bertolini ed Eccher parlano di affermazioni di Musolino di tipo politico, che "rappresentano una violazione dei principi costituzionali di imparzialità e di indipendenza che secondo la Costituzione tutti i magistrati devono osservare".

Così il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, a margine della del Comitato direttivo centrale dell'Anm, ha commentato la richiesta avanzata dalle due consigliere laiche del Csm:

"Questa non è più una pretesa di imparzialità, ma richiesta di silenzio e non è accettabile. Un magistrato sui temi della giustizia può intervenire argomentando e spiegando perché è il nostro specifico campo professionale, non si può chiedere il silenzio in nome dell'imparzialità. Si sta oltrepassando il confine del possibile. Una cosa è l'imparzialità, un'altra la soggezione silenziosa al governo. Non è nella cifra della nostra fisionomia costituzionale e democratica".

Ma è proprio questo il punto: il voler farci credere che viviamo ancora in un Paese democratico. E più che la "capa" al governo prenderà coscienza che a nascondere i suoi disastri non saranno più sufficienti le menate su migranti, comunisti, magistrati e quant'altro propagandate dalla marmaglia di cui si circonda, allora limiterà ulteriormente lo spazio del dissenso con leggi che, come ha già spiegato e fatto  il capo dello Stato, Mattarella firmerà comunque... anche se incostituzionali.

Autore Egidio Marinozzi
Categoria Politica
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