Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, lunedì 18 dicembre, ha incontrato i giornalisti della Stampa Parlamentare per il tradizionale scambio di auguri di fine anno. L'incontro ha avuto luogo nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
Che cosa ha detto La Russa - tra le altre cose - nell'occasione? Incredibilmente... una palese verità, cioè che
"l'elezione diretta del presidente del Consiglio potrebbe ridimensionare i poteri del capo dello Stato".
L'elezione diretta del presidente del Consiglio è il cuore della riforma costituzionale che la presidente Giorgia Meloni, ha riassunto come "premierato", in base alla quale, una volta approvata, il capo dello Stato non avrebbe più peso nella scelta dell'incaricato di formare il nuovo governo. A quel punto, ne avrebbe comunque poco nell'approvare poi i ministri.
L'altro aspetto rilevante della riforma è che il "nuovo" presidente della Repubblica non potrà più sciogliere le camere, perdendo così, oggettivamente, il ruolo attuale di punto d'incontro tra governo e parlamento... che da tempo viene definito moral suasion. E che dire poi della limitazione che il capo dello Stato avrà anche nella scelta del «secondo premier», introducendo di fatto quel vincolo di mandato per i parlamentari che la Costituzione da sempre vieta.
Dopo la gaffe, una verità dal sen fuggita, La Russa ha poi dovuto precisare, correggere, smentire... la precisa volontà della riforma di indebolire il ruolo del presidente della Repubblica, di renderlo marginale, una carica istituzionale non più di garanzia, ma di sola rappresentanza.
E che cosa ha detto per cercare di dimostrare l'indimostrabile?
Che il presidente della Repubblica avrà sempre un vantaggio sul presidente del Consiglio perché lui dura sette anni e l’altro solo cinque, come gli ha spiegato un "grande costituzionalista" quale Marcello Pera!
Che non c’è niente da temere con il premierato, perché...
"non credo che se ne preoccupi nessun presidente della Repubblica passato".
E come potrebbe essere altrimenti, visto che da tempo sono tutti morti!
Come sempre i (post) fascisti, non avendo argomenti e basandosi sulla propaganda, devono anticiparsi sui tempi e far allenare i media a supporto perché imparino la lezione e inizino a (dis)informare l'elettorarato per far loro credere che la Terra da oggi sia quadrata e non più rotonda, in base alla convenienza del momento. E se il concetto è più difficile da far digerire, allora è necessario anticiparsi, come nel caso del premierato, visto che la riforma non è ancora stata discussa in Parlamento. Il problema per loro, però, è che se gli argomenti sono quelli illustrati da La Russa, il compito, stavolta, sarà molto difficile.
In ogni caso, è corretto anche riportare la precisazione di La Russa, rivolta agli analfabeti e a coloro che sono in malafede, con cui ha cercato di aggiustare quanto detto:
"Colpa mia che dimentico sempre che quando si parla di riforme bisogna stare attenti a chi non capisce per analfabetismo costituzionale o a chi fa finta di non capire per inveterata malafede. Oggi tutti i giornalisti, presenti al tradizionale scambio di auguri del Presidente del Senato con la stampa, hanno capito bene, credo, le mie parole sul progetto di riforma costituzionale futura che non modifica i poteri del Presidente della Repubblica. Il totale rispetto verso il Presidente Mattarella è tanto ovvio quanto conclamato. In ogni caso ecco le mie parole pronunciate oggi:Credo che i poteri costituzionali non siano minimamente intaccati. Cioè nessuno degli articoli sui poteri del Presidente viene modificato. Si può dire: c’è una Costituzione materiale ormai che attribuisce al Presidente poteri più ampi di quella che la Costituzione in origine prevedeva. E un’elezione diretta del presidente del Consiglio potrebbe ridimensionare l’utilizzo costante di questi ULTERIORI poteri. Non eliminarli, ridimensionarli. Può darsi. Ma sarebbe un atto di salute della nostra Costituzione, non un atto di debolezza. Perché lascerebbe al Presidente della Repubblica quei compiti che i padri costituenti vollero in larga parte e CHE HA DOVUTO MERITORIAMENTE allargare – dico il Presidente…ma vuol dire i Presidenti – nel tempo, per supplire a carenze della politica, tra i quali quelle della necessità della politica di difendersi dalla durata troppo breve dei governi".