"La versione coatta e spinta del reggaeton" così AvA interpreta il "moombatohn", ovvero il genere musicale più diffuso nelle serate Hip-Hop e black dei maggiori club internazionali. AvA è una musicista e produttrice romana, che debutta ora con l'omonimo singolo dal 15 febbraio in tutte le piattaforme digitali.
AvA è una delle prime artiste in Italia a proporre il moombahton cantato in italiano, genere che rimanda subito alle hit di Major Lazer, Jay Balvin, Sean Paul, Netta e Nicky Minaj solo per citarne alcuni. Ritmi tribali incalzanti, voci distorte e abuso di "wobble synth" accompagnano testi che mischiano strofe rappate a ritornelli pop, tendenza già diffusa dagli afro trapper e ripresa anche da artisti italiani come Achille Lauro, Quentin 40 e Cosmo, ma anche da Jennifer Lopez o Beyoncè. La sua idea è di proporre una musica fresca, tutta da ballare con una scrittura diretta e riconoscibile. Ma dietro a questo mood festaiolo c'è anche una visione.
Dentro il progetto AvA, infatti, è nato anche un concept che accompagnerà l'artista durante la pubblicazione dei prossimi singoli e del primo album che sta realizzando con il producer Alessio Sbarzella.
Le tematiche che affronta sono il manifesto di una donna emancipata, libera da qualsiasi cliché che la vuole subordinata all’uomo padre-padrone-capo.
Il singolo “AvA” è un vero e proprio manifesto: l’artista parla di sé in prima persona, confessa che “alleva squali come fossero gattini”, che soffre di labirintite e ha un debole per le relazioni clandestine.
Il ritmo è incalzante, sfumature orientali preparano un ritornello ridondante che a tratti ricorda il reggaeton sudamericano per riportarci a una seconda strofa che ironizza sui problemi della vita di tutti i giorni e ridicolizza i fenomeni della trap contemporanea. Se da una parte siamo invasi di artisti che ostentano una presunta ricchezza o si vantano del loro passato pseudo criminale grazie al quale sono arrivati al successo, AvA al contrario racconta di una rivalsa sociale basata esclusivamente sul duro lavoro e sul coraggio di essere una donna in un mondo dominato a 360 gradi da dinamiche maschiliste. Uno squalo bianco solitario che ha risalito gli abissi per prendersi prepotentemente il suo posto nel mondo, con la forza quando è stato necessario, con il talento e con il coraggio di sopravvivere da sola in un mondo dominato dagli uomini. Lo squalo diventa quindi il simbolo di questo progetto, come in natura rappresenta uno dei predatori più feroci.
Un’artista che non ha paura di prendere posizioni nette a favore di una completa libertà personale che tocca punte estreme come la promiscuità sessuale o la carriera come riprova sociale. Non giudica le donne che si sono fatte strada nella vita ad ogni costo poiché il fine giustifica i mezzi. E se le donne sono state costrette o hanno preferito utilizzare il loro fascino per ottenere ciò che vogliono è solo una dimostrazione del loro vero potere. E dovrebbero ricordarselo più spesso perché secondo lei, le donne sono gli uomini del prossimo futuro.
“Chiedi di me e ti dimostrerò, quello che poi tocco si trasforma in platino”.