Entro la fine di questa settimana, il numero di contagi da coronavirus negli Stati Uniti probabilmente avrà superato i 3,5 milioni di casi, mentre il numero di morti sarà intorno ai 140mila. Una situazione fuori controllo, tanto che, nonostante la divergenza di opinioni più volte manifestata apertamente da parte di Trump e dei suoi consiglieri, Anthony Fauci - il virologo più accreditato in America - lunedì è stato richiamato alla Casa Bianca, dove ha incontrato Mark Meadows, il capo dello staff, ma non il presidente Trump. 

Questo a dimostrazione che, nonostante le dichiarazioni di Trump, la sua amministrazione ha finalmente capito che le implicazioni collegate alla ripresa dei contagi, che il presidente aveva bollato come ininfluenti e dovute solo al numero maggiore di test finora effettuati, sono serie e da tenere in considerazione. 

I governatori dei vari Stati, dovendo arginare il contagio che ha effetti reali sul numero dei ricoverati,  si sono visti costretti a riprendere le misure di distanziamento sociale, iniziando a chiudere alcuni tipi di attività e luoghi pubblici che potrebbero favorire l'estendersi dell'epidemia, invitando anche la gente a far uso della mascherina protettiva.

Per ora, a dover nuovamente chiudere sono le piccole attività, ma questo avrà già un impatto sull'economia americana. I governatori degli Stati più colpiti, come ad esempio il Texas, ha imposto a bar, studi dentistici, piccoli studi professionali, ecc... una nuova serrata, dopo che avevano riaperto di recente cercando di ottemperare a tutte le disposizioni richieste dalle autorità per evitare il contagio.

Risultato? Molte di quelle attività non riapriranno più.

Secondo una ricerca di Yelp, piattaforma che pubblica recensioni di crowdfunding sulle aziende, dal 1 marzo sarebbero state 66mila le aziende ad aver chiuso, mentre dal 15 giugno al 29 giugno, il periodo più recente per il quale sono disponibili i dati, le aziende avrebbero chiuso definitivamente a un tasso superiore rispetto ai tre mesi precedenti. 

Invece, per i ricercatori di Harvard i tassi di chiusura delle attività sono probabilmente ancor più elevati, stimando che sarebbero quasi 110mila le piccole imprese in tutti gli Stati Uniti che hanno deciso di chiudere definitivamente tra l'inizio di marzo e l'inizio di maggio.

Tutto questo ha e avrà una serie di ricadute che non potranno certo essere ininfluenti dal punto di vista economico e sociale, svelando le contraddizioni alla base della cosiddetta grande democrazia Usa.

Secondo le anticipazioni, fornite dal NYT, di una ricerca che sarà pubblicata la prossima settimana, l'epidemia da coronavirus avrebbe fatto perdere la propria copertura sanitaria a 5,4 milioni di americani tra febbraio e maggio. Le cure mediche in Usa sono legate a coperture assicurative associate al posto di lavoro. Se il lavoro viene a mancare, di conseguenza le cure mediche non sono più garantite... e questo in un periodo in cui dovrebbe invece accadere l'esatto contrario! 

I dati attuali sono persino peggiori di quelli registrati durante la recessione del 2008 e del 2009, quando furono 3,9 milioni gli adulti americani senza più una copertura assicurativa a garantire le spese sanitarie... ma al tempo non c'era una pandemia in corso!

Quasi la metà - il 46 per cento - delle perdite di copertura sanitaria dovute alla pandemia si sono registrate in cinque Stati: California, Texas, Florida, New York e Carolina del Nord. Solo nel Texas, il numero di non assicurati è passato da circa 4,2 milioni a quasi 4,9 milioni.

E questo dovrebbe essere un promemoria per coloro che definivano Bernie Sanders, che si limitava a sostenere che anche gli Stati Uniti dovessero adottare un sistema sanitario simile a quello europeo, un pazzo rivoluzionario!

Quello che però non è ancora stato valutato è la conseguenza della ripresa dei contagi negli Usa sull'economia globale. Anche se per ora le grandi aziende americane continuano a produrre, la ripresa delle chiusure e delle misure di distanziamento non potrà non avere un impatto sui consumi interni e questo, a catena, finirà per riguardare non solo gli Stati Uniti, ma anche tutti i Paesi che con gli Stati Uniti hanno da tempo relazioni commerciali consolidate.

Pertanto, l'assurda gestione dell'emergenza Covid da parte di Trump, non solo finirà per avere conseguenze devastanti per l'America (nel senso di continente), ma anche per l'Europa e, ovviamente, anche per l'Italia.