Il portale www.cristianitoday.it, in un articolo di Luca Marcolivio, analizza ancora a partire dal caso di Suor Cristina la scelta di preti e suore sposati insinuando tra le righe tesi apologetiche del sacerdozio classico  non suffragate dalla ricerca:

"Ogniqualvolta un sacerdote o un religioso lascia la tonaca è sempre una sconfitta per la Chiesa, da qualunque prospettiva lo si guardi. Se la sua vocazione era vera e sincera, dispiace che quella persona possa aver abbandonato il sentiero della felicità che Dio stava spianando per lei. L’amaro in bocca è quindi per il futuro dell’ex prete, seminarista o suora. Se, al contrario, non si trattava di una vocazione autentica, c’è da rallegrarsi sobriamente per la chiarezza che Dio ha fatto in quell’anima. Il rammarico, in questo caso, è per il passato di quella persona, per il tempo perso e per gli errori di valutazione che i “reclutatori vocazionali” possono aver fatto".

L'autore dell'articolo giudica perdente la scelta dei preti sposati, mettendo in cattiva luce l'amore dei preti sposati. L'amore verso Dio e l'amore verso una donna sono perfettamente conciliabili nella Chiesa cattolica. la questione del celibato obbligatorio per i preti è solo una questione canonica.

Facile ergersi a censori di scelte di vita, la realtà di fatto ha dentro storie di vero amore e di testimonianza.

I preti sposati che hanno fatto una scelta prevista anche dal Diritto di dimissioni dagli incarichi, dispensa e matrimonio religioso sono ancora dentro la Chiesa e potrebbero essere una grande risorsa per il ministero attivo nelle parrocchie in crisi per la scarsità dei preti.



Fonte: sacerdotisposati.altervista.org/ma-quale-demone-della-visibilita-dietro-molte-scelte-di-preti-e-religiose-scelte-di-vita-i-preti-sposati-credibili