Sono iniziati i lavori della "Commissione per lo studio e l'approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica", istituita tramite decreto dal ministro della Giustizia Carlo Nordio lo scorso 28 marzo scorso e insediata formalmente il 13 aprile.

La commissione, che ha un mandato che scadrà il 28 marzo 2024, è composta da Enrico Elio Del Prato, professore ordinario di diritto civile (Università La Sapienza di Roma), Vittorio Fineschi, professore ordinario di Medicina legale (Roma La Sapienza), Antonio Fiorella, professore emerito di diritto penale (Roma La Sapienza), Giulio Maira, adjunct professor di neurochirurgia (università Humanitas di Milano), Francesco Musumeci, direttore Uoc di cardiochirurgia e dei trapianti di cuore (Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma), Antonella Polimeni (Rettrice Università La Sapienza, Roma), Giovanni Scambia, professore ordinario istituto di clinica ostetrica e ginecologica (ospedale Gemelli di Roma), Attilio Zimatore, professore ordinario di istituzioni di diritto privato (Università Luiss Guido Carli di Roma), Matteo Caputo, professore ordinario di diritto penale (università Cattolica del Sacro Cuore di Milano).

Partecipano ai lavori  i vertici del Gabinetto del ministero della Giustizia, dell'Ufficio legislativo e del Dipartimento per gli affari di giustizia.

Questi gli obiettivi:

  • esplorare l'attuale quadro normativo e giurisprudenziale in cui si inscrive la responsabilità colposa sanitaria per discuterne i limiti e le criticità e proporre un dibattito in materia di possibili prospettive di riforma;
  • proporre un'approfondita riflessione e un accurato studio sul tema della colpa professionale medica ai fini di ogni utile successivo e ponderato intervento, anche normativo.

Nel suo intervento alla cerimonia di insediamento, il ministro Nordio ha dichiarato che l'intento  è quello di "analizzare l'attuale quadro normativo e giurisprudenziale, in cui si iscrive la responsabilità colposa sanitaria, per discuterne limiti e criticità e proporre – come stabilito nel decreto ministeriale – un dibattito in materia di possibili prospettive di riforma. ...Il lavoro sarà uno strumento, per successivi interventi normativi volti a ridurre le criticità. ...Mi rendo conto che è molto difficile per non dire impossibile una depenalizzazione del reato di colpa medica, perché bisognerebbe intervenire sulla struttura complessiva di omicidio e lesioni colpose, della responsabilità omissiva, del nesso di causalità e via dicendo. ...[Comunque] si può ridurre la possibilità di aggredire gli operatori sanitari con denunce e cause civili: il paziente è il primo interessato ad avere un medico che operi in serenità. ...Tutelare insieme il paziente e il medico, riducendo le attuali criticità ... [perché] la prima vittima della medicina difensiva, diventata una zavorra per l'operatore sanitario, che ha il diritto di lavorare con tranquillità, e per il malato, che ha il diritto di non essere sottoposto ad esami inutili e costosi, solo perché il medico pensa così di difendersi da possibili aggressioni giudiziarie".