Lunedì 2 dicembre, il premier Conte sarà in Parlamento per rispondere alla sceneggiata napoletana sul MES messa in atto da Matteo Salvini al cui carro si è subito attaccata l'altra esponente del sovranismo, Giorgia Meloni.

Alle 13, Giuseppe Conte, illustrerà alla Camera i contenuti del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità. Successivamente, alle 15:30, il Presidente del Consiglio, farà altrettanto al Senato.


A fare chiarezza sul MES ci ha provato il neo commissario Ue all'economia - ed ex presidente del Consiglio - Paolo Gentiloni che, in una intervista al Corriere ha dichiarato:

"Da commissario europeo posso dire che la riforma di cui si parla è stata fatta per introdurre un ombrello protettivo in caso di crisi bancarie non gestibili con gli strumenti attuali. Si tratta di un obiettivo positivo. Le modalità sono state negoziate tra l’autunno del 2018 e il giugno 2019. L’ultima parola spetterà ai Parlamenti. Sull’Italia mi limito a dire che non ha bisogno di ombrelli, né per le sue banche, né per il suo debito, che va ridotto ma è perfettamente sostenibile. Invece, descrivere l’intesa sul Mes come un rischio o addirittura un complotto contro l’Italia può alimentare rischi sui mercati che oggi non esistono".


I due capipopolo dell'estremismo di destra hanno trovato nella revisione delle regole del MES, l'ennesimo pretesto per metter su l'ennesimo teatro per chiedere le ennesime dimissioni del governo, inventandosi, stavolta, che Conte avrebbe tradito gli interessi dell'Italia.

Una pagliacciata degna del livello politico, culturale e morale di chi la propone, ma che diventa ancor più ridicola se si pensa che i due novelli Dario & Bario sono, fra l'altro, tra i più accesi sponsor degli interessi di Ungheria e Russia...

Il fondo salva Stati, per come è organizzato adesso, ha dato dimostrazione di sé con la crisi greca. Dopo aver martirizzato un'intera nazione per anni, due dei protagonisti delle angherie che facevano capo al MES, Juncker e Lagarde, si sono accorti degli errori in esso contenuti! C he tempismo!

Adesso, però, si vuole cambiare. Che cosa non piace agli arruffapopolo? Che nelle nuove regole non solo sia previsto il salvataggio degli Stati, ma anche quello delle banche sistemiche... comprese quelle francesi e tedesche che adesso così tanto bene non vanno. Per questo Dario & Bario e la loro corte di miracolati si agitano come matti per dimostrare tradimenti, complotti, estorsioni e chi più ne ha più ne metta... dimenticandosi di ricordare che è il Parlamento a decidere se accettare o meno le nuove regole e che ancora non lo ha fatto.

Trasformare un dibattito politico, più che lecito, in una sceneggiata, inventandosi tradimenti, denunce e quant'altro (ancora la fucilazione non è stata tirata in ballo, ma non è detto che ciò in futuro non possa accadere), non è serio, a testimonianza che ai cosiddetti sovranisti degli interessi dell'Italia importi meno che zero, specie se tali interessi vengano messi a confronto con i loro personali interessi.


E in questa gara al ribasso, poteva mancare il capo politico del Movimento 5 Stelle? Certo che no! Ed ecco così che l'ex bibitaro Luigi Di Maio, scrive - a firma del Movimento - che "sul Mes nonostante la nostra contrarietà ai principi che caratterizzano quel fondo, il Movimento 5 Stelle sta cercando di avere un approccio costruttivo e volto a trovare una intesa.

Ma se qualcuno vuole alzare i toni e metterla sul tema della credibilità, a noi sembra che la credibilità come Stato in tutti questi anni l’abbiamo persa proprio quando si firmava qualsiasi cosa per compiacere sempre qualche euro-burocrate, piuttosto che tutelare gli interessi dell’Italia e degli italiani. Bene, quell’epoca è finita.

Consigliamo al Pd di lavorare con noi ad un punto di intesa. Tutti sanno che il Mes è modificabile ed emendabile. Quindi mettiamoci al lavoro, miglioriamo questa riforma e facciamoci rispettare in Europa".


In piena confusione mentale, il povero "giggino", seppur non in prima persona, ha voluto rispondere e smarcarsi da una dichiarazione del segretario Pd, Nicola Zingaretti, che aveva espresso la necessità di "rilanciare un programma chiaro e condiviso di innovazione per una nuova agenda per il 2020: per riaccendere l’economia, creare lavoro, sostenere la rivoluzione verde, rilanciare gli investimenti, semplificare lo Stato investire su scuola università sapere. Il PD è pronto nella chiarezza e nella lealtà a seguire questo impegno.

Se queste condizioni politiche esistono lo si vedrà subito, nei prossimi giorni, quando si dovranno affrontare insieme da alleati provvedimenti importanti, a cominciare dalle posizioni dei partiti di maggioranza sul MES".


Nelle prossime ore, in vista dell'intervento di Conte alle Camere, i rappresentanti dei partiti che formano la maggioranza di governo dovrebbero riunirsi per un vertice e visto come stanno le cose adesso nel Pd alcuni hanno iniziato a chiedersi se abbia senso continuare questa esperienza di governo... una delle rare volte che nel Pd si pongono una domanda logica.