John Elkann, lo scorso 20 maggio aveva confermato e rivendicato l'irrinunciabilità del dividendo straordinario da oltre 5 miliardi di euro a seguito della fusione di FCA con PSA.

Se i soldi FCA li ha per assegnare dividendi di tale portata in un momento in cui altre case automobilistiche rischiano di chiudere... buon per lei.

Però, se i soldi li hai per pagarti un dividendo, perché prenderli in prestito da una banca per gestire l'operatività dell'azienda? Anche questo aspetto non è però criticabile e riguarda solo i vertici di FCA e gli azionisti del gruppo... oltre la banca che deve erogare il prestito. Quindi se Banca Intesa Sanpaolo ha deciso di garantire 6,3 miliardi di euro ad FCA è un problema di quella Banca. 

La storia, però, assume caratteristiche diverse se a garantire quel prestito per l'80% interviene lo Stato italiano tramite Sace, società di Cassa Depositi e Prestiti (in base a quanto prevede il Decreto Liquidità dell'8 aprile scorso) .

Quella che era una possibilità è già diventata realtà. Sace, in tempi record, ha infatti garantito il prestito da 6,3 miliardi di euro a FCA Italia, senza chiedere alcuna condizione sulla distribuzione del dividendo da 5,5 miliardi di euro che FCA Group, società anglo-olandese, si distribuirà. 

Da aggiungere che le garanzie offerte da Sace vengono assegnate a precise condizioni, che non prevedono l'utilizzo del denaro per l'acquisto di azioni, anche proprie, e la distribuzione di dividendi. 

Quindi, quello di FCA è un classico gioco delle tre carte (FCA Italia si fa dare il prestito, FCA Group distribuisce i dividendi) che Sace, escluso il consigliere Mario Giro che si è rifiutato di approvare tale operazione, ha fatto finta di non vedere.

A questo va aggiunto che dei 200 miliardi di euro promessi dal Mef a garanzia dei prestiti che le banche italiane avrebbero dovuto dare alle imprese italiane per un massimo del 25% del loro precedente fatturato, Sace ne aveva finora garantiti solo 200 milioni! Quindi, mentre per FCA l'operazione da 6,3 miliardi è stata effettuata quasi in tempo reale, per le piccole aziende i tempi sono biblici.

Non è un bello spettacolo quello offerto da Sace e, ovviamente, dal Governo.

Carlo Calenda, leader di Azione, già critico in passato su questa vicenda, l'ha riassunta in questi termini con un video pubblicato su Twitter e che vale la pena di vedere per intero.